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Wisniewski: “Drago dirige lo spogliatoio, è un leader nato!”

Il possente difensore polacco aquilotto in intervista: “Anche Reca si fa sentire. I tifosi al “Picco” creano un’atmosfera fantastica! Per me la Serie A è come una grande Università”

Tre presenze in Serie A dal suo arrivo a gennaio allo Spezia dal Venezia per un totale di 95′ minuti in campo.

Przemyslaw Wisniewski si sta iniziando ad adattare al massimo campionato italiano di calcio e, intanto, il 24enne di Zabrze ha rilasciato un’intervista ai connazionali del quotidiano online Meczyki.

UNO SPEZIA POLACCO – «Dragowski dirige lo spogliatoio, per noi è una figura importante della squadra e ha sempre molto da dire. In squadra si fa ascoltare anche Reca; lui è più calmo, ma Drago è un leader nato».

LA SERIE A – «Per me è come essere in una grande Università, voglio cercare di adattarmi velocemente e migliorarmi. Devo crescere in velocità.»

IL TRASFERIMENTO DALLA LAGUNA AL GOLFO – «Lo Spezia mi voleva per quel ruolo per sostituire Kiwior; il trasferimento poteva avvenire in inverno, ma anche in estate. Tutto dipendeva dalla partenza di Jakub. Non c’era alcuna pressione per partire subito, ero pronto a giocare tutta la stagione in B, ma volevo salire di livello. Venendo qua, ho dovuto fare i conti con il fatto che devi dare ancora di più di te stesso. Ho esordito con il Napoli entrando per pochi minuti, poi ho giocato 90 minuti con l’Empoli e con l’Inter».

L’ATMOSFERA DELLO STADIO PICCO – «L’atmosfera del “Picco” e attorno alla partita era fantastica. Per un ragazzo di Zabrze correre a giocare contro l’Inter è qualcosa di bellissimo. I tifosi, nonostante lo stadio piccolo, creano un’atmosfera incredibile!»

PRECONVOCATO DALLA POLONIA – «Sapevo da pochi giorni di essere tra i preconvocati della Polonia. Ho già fatto un grande passo entrando in Serie A, dopo sei mesi in B. Mentalmente e calcisticamente sono pronto, sono contento che l’allenatore Santos mi abbia notato e ci sto lavorando. I selezionatori precedenti non hanno avuto modo di conoscermi meglio, a parte l’allenatore Czeslaw Michniewicz, che mi ha portato nella squadra Under 21, ma praticamente non ci ho giocato. A quel tempo giocavo nell’Ekstraklasa e entrare in prima squadra devi andartene e giocare in un campionato straniero».

ROBERT PLATEK – «L’ho incontrato di recente. Non parla polacco, solo inglese, uomo molto gentile e calmo».

SALVEZZA PER SPEZIA E GORNIK ZABRZE – «Spero restino in A il maggior numero di polacchi, ma prima di tutto deve restarci lo Spezia. Anche per il Gornik Zabrze, la squadra da cui sono arrivato in Italia, è dura e loro hanno una situazione difficile pure con i tifosi. Sono in costante contatto con i ragazzi, sentono la pressione. Spero davvero che sia lo Spezia che il Górnik festeggino a fine stagione. Mi è dispiaciuto molto quando ho saputo del licenziamento dell’allenatore Urban. È un grande personaggio, e penso che mandarlo a casa sia stato un errore».

IMPARARE IN FRETTA L’ITALIANO – «Nel Venezia parlavamo solo inglese, il che rendeva anche difficile abituarsi alla lingua. Allo Spezia, l’italiano è la lingua dominante e qui imparerò più velocemente.»

LA SPEZIA CITTA’ – «Mi piace molto anche la città, ci sono belle spiagge»

IL NO ALLA CREMONESE E IL SI’ AL VENEZIA – «Avevo ricevuto un’offerta dalla Cremonese. Conosciamo il livello della Serie A e non credevo di essere pronto, così ho atteso. Non volevo andare in un campionato dove sarei stato in panchina, o peggio, in tribuna. E Venezia mi ha presentato un progetto di un certo tipo.»

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