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Okereke: “Mi piace Immobile ma il mio idolo è Ighalo”

L’ex attaccante e prossimo avversario dello Spezia si è raccontato a La Gazzetta dello Sport.

Reduce da un grandissimo gol che ha inciso sul successo del suo Venezia al “Castellani” di Empoli, David Okereke si è raccontato a La Gazzetta dello Sport.

L’ex attaccante dello Spezia, che Domenica ritroverà di fronte il club che lo ha lanciato nel calcio che conta e l’amico Gyasi, ha parlato, tra le altre cose, della scelta di tornare in Italia, del suo Venezia e dei suoi modelli.

Ecco le sue parole per la “rosea”:

 

IL PARAGONE – “Ovvio che l’accostamento con Weah mi abbia fatto molto piacere. Mi sono arrivati un sacco di messaggi su Instagram per dirmi che avevo fatto un gol simile. Non ho mai visto giocare Weah ma conosco il personaggio. È stato uno dei grandi giocatori dell’Africa, ha vinto il Pallone d’oro e ora è il presidente della Liberia”.

L’IDOLO – “E’ Odion Ighalo, nigeriano come me. Ha sempre segnato tanto in carriera. Ma per me è un riferimento non tanto come giocatore, non credo di assomigliargli, ma per quello che fa fuori dal campo, impegnato nel sociale. Mi piace molto”.

IL MODELLO ITALIANO – “A me piace molto come gioca Immobile, perché sfrutta al massimo la profondità e gli spazi per correre. In questo, nel mio piccolo, mi ci rivedo”.

IL RITORNO – “Per dire la verità, quando ero al Bruges non ho avuto molto spazio e volevo andare in un club che mi avrebbe potuto dare più fiducia, dove poter giocare e crescere. E quando ho avuto l’occasione per giocare nel Venezia, l’ho colta al volo. Il campionato italiano è uno dei più importanti del mondo e poi in Italia mi ero trovato bene”.

IL VENEZIA – “C’è un gruppo bellissimo, i compagni mi hanno accettato e subito aiutato fin dal primo giorno. Forse siamo facilitati dal fatto che i nuovi sono tanti, cerchiamo di stare il più possibile insieme per trovare l’intesa in campo e fuori”.

L’APPORTO – “Per quello che ho vissuto negli ultimi due anni, posso mettere al servizio della squadra un po’ di esperienza… europea. Oltre a qualche gol ovviamente”.

IL MISTER – “Lui è sempre se stesso, nel rapporto con noi e nel modo di vedere il calcio. Non cambia se le cose vanno male. Tratta tutti allo stesso modo, che sia il capitano o l’ultimo arrivato. Non mette troppa pressione e tiene molto al gruppo. Per me questo è importantissimo, ho avuto esperienze diverse in passato. Poi mi piace che ti spinge a provare la giocata. Ti fa rischiare, se sbagli l’importante è che provi a rimediare. Quanto al gioco, quando si parte così dal basso coinvolgendo il portiere, la cosa diventa interessante. Questo tipo di manovra l’ho vista fare solo al Manchester City”.

IL SALTO DI QUALITA’ – “Penso che quest’anno posso fare più di quello ho fatto in passato. La Serie A non è certo la B, devo lavorare molto ma con l’aiuto dei miei compagni cercherò di migliorare. La doppia cifra può essere un obiettivo. Ma vedremo di partita in partita. L’importante però è la salvezza di questa squadra e di questa bellissima città”.

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