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Diamo a Mauro quel che è di Mauro…

Un ruolo fondamentale e di primissimo piano nella salvezza dello Spezia lo ha sicuramente avuto il Direttore Generale Mauro Meluso: le sue intuizioni sul mercato si sono rivelate fondamentali per raggiungere il traguardo prefisso

Era arrivato in estate per sostituire il partente Guido Angelozzi, un “mostro sacro” del ruolo osannato a Spezia per la storica promozione in Serie A, e già di per sé questo non era un compito facile.

Arrivava dalla retrocessione del Lecce nella precedente annata avendo a disposizione pochissimo tempo per costruire la squadra che si sarebbe dovuta confrontare con la Serie A nella stagione alle porte.

Appena trentacinque giorni per riuscire a “sistemare” la rosa da consegnare a mister Vincenzo Italiano.

Ancora prima che avesse messo piede nelle stanze di Via Melara nei suoi confronti si era creato un clima di diffidenza gratuita.

Da parte di molti piovevano sull’ex diesse salentino critiche per lo più gratuite.

Gli stessi che ora dovrebbero, come minimo, delle scuse al Sig. Mauro Meluso Direttore Generale dello Spezia Calcio.

Un dirigente che ha dimostrato con i fatti che con il lavoro e le idee è possibile fare mercato e ottenere risultati quasi impensabili.

Diciannove volti nuovi in una sola sessione

Dicannove acquisti per creare una rosa “extralarge” utilissima in epoca Covid.

Diciannove acquisti che si sono rivelati tutti, o quasi, azzeccati.

Partiamo da Daniele Verde riportato in Italia dopo due stagioni all’estero e che ora verrà riscattato per appena € 600.000.

Per l’ex talento delle giovanili della Roma una stagione che lo ha visto siglare ben sette reti tra campionato e Coppa Italia.

Oppure “il pallino” Ardian Ismajli, acquisto più oneroso e inizialmente oggetto misterioso, ma che alla lunga si è rivelato difensore centrale fortissimo e pilastro su cui mister Italiano ha potuto puntellare la propria retroguardia.

Ancora le intuizioni Nahuel Estévez e Leo Sena arrivati in prestito con diritto di riscatto da quasi semi sconosciuti e che verranno, probabilmente, riscatti con un minimo esborso vedendo poi le quotazioni attuali di mercato maggiorate.

Su di loro poggerà la mediana dello Spezia nella prossima annata.

Ma ancora il colpo M’Bala Nzola a paremetro zero: quando serviva una punta Meluso ha puntato sull’attaccante del Trapani senza pesare sulle casse del club.

Una salvezza e 11 gol dopo l’attaccante franco-angolano porterà una grossa plusvalenza nella casse di Via Melara.

Ma gli esempi non finisco qui: Zoet si infortuna a Udine ed ecco il “jolly” Provedel finito praticamente fuori rosa a Empoli.

Esborso minimo e un campionato da titolare in Serie A con parate decisive.

Senza contare che quando l’olandese è rientrato ha dato il suo grandissimo contributo.

Due prestiti di due giovani promettentissimi come Piccoli e Pobega e con quest’ultimo un diritto di riscatto volendo da far valere con il Milan.

A questi vanno aggiunti i vari Rafael, Chabot, Agudelo, Agoumé e Farias: tutti hanno dato il loro contributo.

Ricky Saponara, ennesima rivincita

Si arriva a gennaio con il cambio di proprietà alle porte l’unico acquisto è Saponara: critiche su Meluso.

Secondo molti il giocatore non si sarebbe sposato con le idee tattiche di mister Italiano e inoltre si chiedeva di più, numericamente, a livello di acquisizioni.

A fine stagione la rivincita è sia di “Ricky” che di Mauro: 10 presenze e 4 gol per il fantasista ex Fiorentina che ha mostrato lampi di classe cristallina e trascinato la squadra nelle ultime giornate.

Errori? Pochi, forse uno

Pochi gli errori, forse l’unico quello del terzino Sala anche perché Mattiello non è giudicabile in quanto sempre infortunato.

Hanno reso poco anche Dell’Orco e Deiola con quest’ultimo che a gennaio ha anticipato il rientro al Cagliari, ma di certo Meluso ha azzeccato praticamente tutto.

Operazioni lungimiranti sia per l’oggi che per il domani della società di via Melara.

Insomma bisogna riconoscere i meriti che effettivamete il Direttore Generale delle Aquile ha avuto nella salvezza dello Spezia, insomma “diamo a Mauro quel che è di Mauro“.

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