Tanti utenti sui social hanno messo in discussione il rigore concesso alla Lazio per il fallo di mano di Marchizza: “Avesse avuto la maglia celeste sarebbe successa la stessa cosa?”
Lo Spezia di Vincenzo Italiano, come spesso è accaduto in questa prima stagione in Serie A, ha giocato un’ottima partita contro la Lazio di Simone Inzaghi. La partita dell’Olimpico, però, è stata intrisa di polemiche per via del calcio di rigore decretato in favore dei biancocelesti, sul punteggio di 1-1, per un fallo di mano del difensore Marchizza e sul quello non concesso, pochi minuti prima, per un fallo di mano di Acerbi. Due pesi e due misure che hanno scatenato i tifosi spezzino.
Rabbia social
Sui social ovviamente ha tenuto banco il rigore concesso alla Lazio al 87’ per un fallo di mano del difensore Marzhizza che, spalle alla porta, si stava spintonando con Acerbi e involontariamente ha colpito il pallone con il braccio. L’arbitro Guia, accerchiato dai giocatori della Lazio, prima fa cenno di continua poi al Var decide di indicare il dischetto. “Vergognoso uso del Var. Oggi lo Spezia esce danneggiato pesantemente dall’Olimpico. La Lazio dopo la vicenda tamponi anche oggi viene accontentata” scrive un tifoso su Facebook. Le polemiche diventato roventi: “Quel rigore è vergognoso. La Lazio è sempre aiutata a dismisura”. Le parole si sprecano: “Una Vergogna! Ma ci salveremo alla faccia di tutti. Avanti Aquile”. L’attenzione del popolo bianco si è spostato sul rigore non concesso al 80’ quando Acerbi ha intercettato con la mano il cross dal fondo di Gyasi. “Il colpo di mano di Acerbi è clamoroso. L’arbitro neppure è andato al Var. Vergogna” e poi “Non mi capacito di questa decisione sbagliata, ma la sala Var era collegata?”. Queste sono le parole più utilizzate dai tifosi aquilotti.
Lo Spezia merita rispetto. Lo merita la Società per gli sforzi economici che sostiene. Lo merita Vincenzo Italiano e i suoi ragazzi che quotidianamente svolgono un grande lavoro per cercare di mantenere la categoria. Lo meritano i tifosi, già esiliati fuori dagli stadi per via del Coronavirus.
