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ESCLUSIVA CS, Zizzari: “Che bella la sfida tra Piccoli e il mio amico Acerbi”

Il centravanti spezzino in intervista esclusiva a CalcioSpezia in vista di Lazio-Spezia. “Lo Spezia sta facendo un campionato di altissimo livello. Vedremo come Italiano gestirà così tante convocazioni in nazionale. Complimenti a Maggiore: indossare quella fascia da spezzino è ancora più difficile!”

L’ammirazione per Vincenzo Italiano suo compagno al corso da allenatore a Coverciano, l’amicizia che lo lega ancora fortemente all’ex compagno Francesco Acerbi, l’ammirazione e il rivedersi un po’ in Piccoli, i complimenti ai tre spezzini dello Spezia, ma anche la passione del tifo aquilotto.

Tutti questi sono gli ingredienti della nostra esclusiva intervista odierna all’ex attaccante dello Spezia Francesco Zizzari.

Spezzino classe ’82 vanta 33 partite e 4 gol in “maglia bianca”, ora gioca ancora nei dilettanti in Toscana e gestisce un’accademia calcistica, la FZ11.

Sabato si torna in campo per Lazio-Spezia: che partita si aspetta?

Una partita giocata a viso aperto da entrambe le squadre. La Lazio arriva da due vittorie importanti con Crotone e Udinese con squadre difficili da affrontare. Lo Spezia viene anch’esso da una vittoria importante contro una diretta concorrente alla salvezza. Tre punti che hanno dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che la squadra di Italiano ha le potenzialità per lottare fino in fondo per mantenere la categoria. Sono due squadre organizzate e ben messe in campo. Penso che possa saltar fuori qualsiasi risultato, lo Spezia non avrà timori reverenziali.

All’andata finì 1-2 al “Manuzzi” per i biancocelesti. Una partita risolta dai campioni della Lazio, ma che mise in mostra il gran gioco dello Spezia di Italiano, una squadra capace di mettere in difficoltà la Lazio di Simone Inzaghi

Ricordo benissimo la partita, l’ho seguita come tutte le gare dello Spezia. Questa in particolare perché nella Lazio gioca Francesco Acerbi, mio ex compagno e carissimo amico. Si fu risolta da giocatori importanti come Immobile, giocatori che hanno le grandi squadre. Grandi squadre che nel reparto offensivo hanno quel giocatore da doppia cifra sempre. Immobile è fondamentale per la Lazio che ha fatto campionati importanti raggiungendo anche la Champions League. Sono elementi capaci di “metterci una pezza” e risolverti la gara con una giocata anche quando non stai giocando bene.

Parlava prima della vittoria sul Cagliari ottenuta prima della sosta. Se dovesse fare un bilancio fino a questo momento della prima annata in Serie A dello Spezia?

Campionato di altissimo livello che non mi sorprende. Ho avuto modo di seguire mister Italiano l’anno scorso quando arrivò in tutto il periodo post ritiro. Ho avuto la fortuna di conoscerlo facendo con lui il corso Uefa B a Coverciano. Conoscendo molti colleghi in quei corsi li inizi a seguire e quindi l’ho fatto con lui. Sono contento del suo campionato, del campionato dello Spezia. Ha mantenuto sempre lo stesso equilibrio: non ho mai sentito parole in conferenza stampa o sui giornali in cui si lamentava a esempio degli acquisti estivi o del mercato di riparazione. Una delle sue migliori qualità sono dedizione e cultura del lavoro ottenendo il massimo dai giocatori. E’ una qualità da grande allenatore.

Lo Spezia ha ricevuto la chiamata di moltissimi nazionali, ben nove. Torneranno a disposizione il primo aprile con la gara che si giocherà due giorni dopo. Quanto potrà influire questo?

Per chi non è abituato influirà sicuramente. Le grandi squadre sono abituate, anche gli allenatori delle grandi squadre sono abituati a far fronte a queste assenze anche durante gli allenamenti con squadre praticamente dimezzate. Il livello degli allenamenti scende, non è sicuramente facile da gestire. Sicuramente per una squadra come lo Spezia che si trova a gestire questi situazioni dalla Serie B, dove ci sono molte meno chiamate delle nazionali, alla Serie A. Certo la soddisfazione per la società è altissima: avere tante chiamate di propri giocatori in giro per il mondo è una cosa stupenda e un valore aggiunto che la società acquisisce. La gestione non è sicuramente facile. Penso che anche Italiano faccia esperienza in una situazione del genere. Mi ricordo quando parlavo con mister Landucci, vice di Allegri alla Juventus dove sono abbastanza abituati alle convocazioni, e mi dicevano che la cosa più difficile era la gestione di chi tornava.

Nzola con l’Angolo, Galabinov con la Bulgaria: il peso dell’attacco dovrebbe ricadere ancora sulle spalle del classe 2001 Piccoli. Un giocatore di grande prospettiva con cui condivide il ruolo in campo. Che pensa di lui?

Mi rivedo un po’ in lui come caratteristiche. Gioca per la squadra sacrificandosi tanto, viene ad aiutare i compagni e supportare il gioco facendo quel lavoro sporco che si nota meno, ma un allenatore apprezza tantissimo. A me piace tantissimo. Mi ricordo subito prima del gran gol con il Cagliari la gran palla filtrante di Maggiore che lo ha messo in porta, ma ha avuto la fretta e l’inesperienza di portare palla avanti e di calciare. Penso che crescerà anche in queste cose. Da un errore comunque la risposta di un giocatore di qualità è stata che all’occasione successiva ha fatto un grandissimo gol di testa. Lì mi sono rivisto in lui: la mia qualità migliore è sempre stata il colpo di testa e il tempismo e lui ha letto bene la traiettoria della palla piazzandola nel punto giusto. Ho un po’ rivisto un mio gol in una semifinale playoff Pavia-Grosseto. Bisogna assolutamente dargli fiducia.

A marcarlo avrà un centrale difensivo forte e d’esperienza come Acerbi. Un giocatore che sappiamo lei conosce molto bene…

Il difensore “più antipatico”, detto anche da compagno, da incontrare è Francesco Acerbi. Un difensore di un’intelligenza tattica incredibile. Ha una lettura di gioco nell’anticipo, nella diagonale, nella diagonale da vero leader. Non è un caso che in Nazionale. Credo che sia uno dei primi tre difensori più forti della Serie A italiana e per un attaccante il più antipatico. Per Piccoli, così giovane, è bello e stimolante perchè ti trovi davanti un grande campione. I campioni non sono solo gli attaccanti e per Piccoli sarà una bella prova affrontare un giocatore del genere.

Chiudiamo con l’orgoglio spezzino della squadra di Italiano. Tre spezzini che giocano nello Spezia in Serie A. Lei che hai vissuto la stessa cosa può spiegarci cosa si prova?

Faccio i complimenti a Maggiore, Bastoni e Vignali. Giocare a Spezia è difficile e da spezzino è due volte più difficile: pressione e responsabilità. Per me la gestione durante la settimana era la cosa più difficile. Vivevo esclusivamenter per il campo: casa, campo, stadio. Loro devono essere bravi ad avere equilibrio, sono più soggetti a critiche rispetto agli altri. Il tifoso spezzino è così e come giocatori tutti vorremmo avere un tifoso come “lo spezzino”. Sa dare bastone e carota stimolandoti. E’ una tifoseria che in Italia non ha nulla da invidiare a nessuna tifoseria. Mi dispiace che non si possa godere lo spettacolo della Serie A. A Giulio ho scritto privatamente facendogli i complimenti per le sue parole post gara con il Cagliari. Indossare quella fascia è difficile, da spezzino è ancora più pesante. Tra le sue migliori qualità la consapevolezza del ruolo che ha e questa è una qualità da grande giocatore. Ha nelle sue mani un grande futuro, tutti ci aguriamo di vederlo diventare una bandiera dello Spezia. E’ però un giovane di prospettiva. Se cambiasse squadra spero solo che l’amore per lui dei tifosi rimanga tale. Io ci sono venuto a giocare da avversario a Spezia e sono uscito tra applausi e fischi. Io li ho visti fischi di stima come a chiedere, perchè sei andato a giocare lì? Mi ricordo a esempio Spezia-Siracusa 1-1 e davanti eravamo io, Coda e Mancosu. Noi vincemmo il campionato, ma visto che non pagavano gli stipendi venimmo penalizzati e andammo ai PlayOff. Io uscii tra i fischi della gradinata. Lì per lì ci rimasi male, un po’ come capitò a Zaniolo. Anche quello è un modo di farti capire che il tifoso spezzino ti da tutto.

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