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Spezia-Genoa, il derby della malinconia tra ricordi e spalti vuoti

Una partita dal fascino folkloristico tra l’Aquila spezzina e il Grifone genoano. Gli sfottò della gente, le dichiarazioni a distanza dei tifosi nei vari blog sparsi nella rete, le discussioni nei bar creano la grande attesa del primo derby nel campionato di Serie A. Un derby che lo Spezia deve vincere

Senza pubblico, che derby è? Senza la grande passione del tifo, senza i colori degli striscioni e delle bandiere, senza i cori degli ultras, gli sfottò della curva Ferrovia e quella della Piscina di uno stadio diviso in due da una forte rivalità. Un derby senza sapore, senza gusto e senza odore. Perché anche il calcio è affetto dai sintomi del Coronavirus che sta mietendo vittime e soprattutto ha cambiato le nostre abitudini.

Eppure, questo sarà il derby di domani sera, al Picco: un gara con gli spalti vuoti, col silenzio spettrale al quale ci dovremmo essere abituati ed invece non ci abitueremo mai, rotto soltanto dalle voci dei mister, dei calciatori in campo e quelli in panchina. I tifosi lo seguiranno davanti alla televisione con la sciarpa ben stretta al collo e sono certo che qualcuno intonerà anche qualche storico coro della curva Ferrovia, il cuore pulsante dello stadio Picco. Ma nonostante tutto questo, la loro trepidazione, la loro spinta comunque entrerà lo stesso in quello stadio, mestamente deserto. Ma il derby resta sempre il derby, una partita unica che con una vittoria può dare un senso a una stagione, che sancisce una gerarchia territoriale pur non alterando quella che anima i cuori dei tifosi. Un derby che manca da sette lunghi anni, nei quali il Genoa ha arrancato in Serie A mentre lo Spezia ha progettato il grande salto nel massimo campionato.

La storia del derby

La Spezia e Genova, due città, due realtà da sempre calcisticamente parlando rivali. Due città che si ritrovano quest’anno ad affrontarsi nella massima competizione calcistica italiana: la Serie A. Spezia-Genoa è un derby che vive di ricordi, di grandi calciatori e di spettacolari giocate che hanno fatto brillare di luce viva i palcoscenici dell’Alberto Picco e del Luigi Ferraris. La storia del derby inizia il 10 dicembre 1922 nel campionato di Prima Divisione con il Genoa che espugna il campo spezzino con un secco 4-0 grazie alla doppietta di Bellini e alle singole di Santamaria e Bergamino. Nella sfida di ritorno lo Spezia strappa un punto pareggiando per 1-1 con la rete di Gino Rossetti, ovvero il primo storico marcatore aquilotto di questo derby. Negli anni a venire, ovvero nel 1924, 1934, 1943, 1970, lo Spezia è stato sconfitto 7 volte e ha conquistando un solo pareggio. Nella stagione 2005/06 arriva la prima storica affermazione degli aquilotto. Il 6 aprile 2006 infatti la doppietta di Massimiliano Guidetti decide  la sfida dell’Alberto Picco. A seguire le due sconfitte subite e la vittoria memorabile del Ferraris conquistata nella stagione 2006/07 con i gol di Davide Saverino e del solito Massimiliano Guidetti. Adaiton, invece, firmò il definitivo 2-1 realizzando un calcio di rigore. L’ultimo incontro risale alla stagione 2013/14 quando al Picco andò in scesa il terzo turno di Coppa Italia. Terzo turno che sorrise alle aquile grazie alla vittoria conquistata ai calci di rigore per 5-4. Infatti i temi regolamentari terminarono 2-2 con le reti di Marco Sansovini e Osarimen Ebague per le aquile e Alberto Gilardino e Francesco Lodi per i grifoni. Nel mezzo di questi incontri ufficiale, due gare amichevoli giocate peraltro alla Spezia: uno 0-3 per i rossoblù nell’estate del 1987/98 ed una gara interrotta per incidenti qualche anno dopo, sempre in precampionato.

La partita

Non sta certo a me dire quanto sia fondamentale questo derby, soprattutto in virtù di una classifica che al momento sorride alle aquile di Italiano. Domani servono i tre punti, magari a discapito del bel calcio. Domani servono i tre punti per rilanciare la squadra, magari giocando un calcio “sporto”. Domani servono i tre punti per l’orgoglioso del popolo spezzino.

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