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Kouda: “La chiamata dello Spezia mi ha fatto brillare gli occhi”

Il classe '02 ha risposto alle domande di alcuni alunni della scuola "Alighieri" di Aulla.

Nel corso della mattinata odierna il talentino aquilotto Rachid Kouda ha fatto visita agli alunni delle classi prime dell’istituto “Dante Alighieri” di Aulla per il progetto “Io Calciatore”, reso possibile grazie alla collaborazione dello Spezia Calcio. Durante l’incontro, il calciatore ha risposto alle domande dei giovani studenti a cui ha inoltre donato numerosi gadget da lui autografati e messi a disposizione dal club di Via Melara.

Di seguito le principali dichiarazioni di Kouda:

I SACRIFICI – “Fin da piccolo ho fatto tanti sacrifici per coltivare la mia passione e anche nei momenti più difficili non ho mai vacillato, perchè il calcio oltre essere il mio lavoro è la mia più grande passione e non potrei mai stare senza. La mia famiglia è stata determinante, mi ha sempre supportato, anche se lasciare casa è stato difficile e la sera prima di trasferirmi a Cagliari abbiamo pianto tutti insieme, anche se sapevamo che era la cosa giusta da fare per il mio futuro e la mia crescita professionale e personale”.

LA CHIAMATA DELLO SPEZIA – “Non volevo crederci e posso dire che è stata una chiamata che mi ha fatto brillare gli occhi. Sono arrivato in punta di piedi in una piazza importante e inizialmente non nascondo che avevo un po’ di timore, ma una volta sul campo l’ho abbandonato e ogni giorno cerco sempre di migliorarmi e dare il mio contributo alla causa”.

GLI STUDI – “Vorrei iniziare l’università, magari non subito, ma è una cosa che mi sono ripromesso di fare perchè studiare è importante per chiunque, anche per noi calciatori”. 

IL COMPGNO PIU’ FORTE – “Il calciatore più forte con cui ho giocato fino ad oggi è sicuramente Daniele Verde, un talento straordinario e lo sta dimostrando anche in questa stagione”.

ESULTANZA – “Non ho esultanze, perchè segnare è così bello ed emozionante che cerco di godermi liberamente tutto ciò che scaturisce dopo che la palla ha gonfiato la rete”.

I SOCIAL – “Non leggo i commenti, nè nel bene nè nel male, perchè non bisogna mai farsi condizionare da chi scrive dietro una tastiera e questo vale sia per noi sportivi, che siamo sempre sotto le luci dei riflettori, ma anche per ogni singolo individuo”.

LE ORIGINI – “I miei genitori sono entrambi del Burkina Faso, ma io sono cresciuto a Carate Brianza, anche se sono stato alcune volte nel loro paese d’origine e devo dire che i miei cugini, i miei nonni e tutte le persone di lì mi hanno sempre fatto sentire a casa”.

I TIFOSI – “Personalmente mi piace molto quando la gente mi ferma per strada e ricordo quando io stesso lo facevo quando incontravo i miei idoli e cerco di essere sempre molto disponibile con tutti. I nostri tifosi sono eccezionali, si percepisce una passione incredibile e ci hanno sempre supportato, anche in trasferta, spingendoci sempre a dare il massimo; io credo che quando le cose vanno male i fischi siano giusti e comprensibili, sta a noi trasformarli in applausi, ma per farlo bisogna lavorare e migliorare quanto non ha funzionato fino a quel momento: è da questo scambio continuo che possiamo trarre la forza per raggiungere i nostri obiettivi”.

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