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Ekdal: “Verona come una finale, confidiamo nella spinta dei nostri tifosi!”

L’esperto regista svedese si è caricato lo Spezia sulle spalle: “Al “Picco” siamo più forti che in trasferta. Io voglio essere un punto di riferimento per i compagni. Gruppo positivo, ci alleniamo bene e pensiamo all’obbiettivo. E se Nzola continua così…

Nelle ultime due partite con il passaggio al 4-2-3-1 sembra un giocatore trasformato: finalmente si è visto il vero Albin Ekdal.

Una gara di grande sostanza contro la Juventus replicata poi a Udine con il “plus” del pallone recuperato su Success e verticalizzato per Nzola con l’assist del momentaneo 0-1.

Oggi l’esperto mediano svedese è stato intervistato dai colleghi de La Gazzetta dello Sport: ecco le sue risposte più interessanti ai colleghi de “La Rosea“.

ESPERIENZA AL SERVIZIO DEI COMPAGNI –Sto cercando di portare un po’ di stabilità, tranquillità ed esperienza. Ho giocato tante partite in Serie A, cerco di capire cosa serve momento per momento. Voglio essere un punto di riferimento.

VERONA COME UNA FINALE –In questi casi si dice che la sfida con il Verona sia come una finale: direi che più o meno ci siamo, d’altronde giochiamo in casa e contro la squadra che ci insegue in classifica. Confidiamo anche nella spinta dei tifosi che sono sempre positivi, al “Picco” siamo più forti che in trasferta anche se non dovrebbe essere così. I tifosi ci chiedono di vedere la maglia sudata e ci danno un aiuto costante e prezioso.

SPOGLIATOIO –Il gruppo è buono e questo mi lascia tranquillo. Io ho giocato spesso per la salvezza in Serie A e raramente ho trovato tanta positività. Nella nostra rosa ci sono tanti ragazzi giovani che corrono tanto e hanno talento, ma gli manca esperienza e quella cerco di garantirla io. Non c’è mai nervosismo: tutti pensano solo ad allenarsi bene e alla salvezza. Dobbiamo fare un passo per volta. Dalla Salernitana in giù siamo tutti in lotta per lo stesso obbiettivo.

NZOLA –Se Nzola continua così va bene dipendere tanto da lui. Non sarebbe male che segnasse anche qualcun’altro, ma è relativo. L’importante è fare punti.

SAMPDORIA –La mia storia con loro è finita perché il mio contratto è scaduto e non mi è stato rinnovato. Se volete questa è la risposta diplomatica, ma la verità è che ho avuto un serio problema alla caviglia. Non potevo allenarmi bene e giocavo con antidolorifici e punture. La Samp temeva che non sarei tornato alla piena efficenza fisica, lo Spezia mi ha invece manifestato un forte interesse e sono contentissimo di essere qui. La loro situazione? Non me l’aspettavo, mi dispiace che soffrano. Io e la mia famiglia siamo stati benissimo a Genova.

VIVERE IL MOMENTO –Giocare fino a oltre 40 anni come Ibra? Ibra è un fenomeno e ha un fisico diverso dal mio. Io non sto pensando al futuro, mi godo il momento. Non mancano tanti anni alla fine della mia carriera e quindi voglio godermi ogni allenamento e ogni partita. Non so cosa farò dopo, magari tornerò in Svezia.

L’EX COMPAGNO JANKTO E IL COMING OUT –Ha fatto una scelta molto coraggiosa, gli auguro di vivere senza insulti e senza problemi, ma non so se il mondo del calcio sotto quel punto di vista stia davvero cambiando. La speranza è che la sua  dichiarazione abbia un effetto domino infondendo coraggio a tanti ragazzi. L’obbiettivo è quello che nel giro di poco tempo nessuno pensi all’omossessualità come una cosa strano o peggio.

 

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