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Zoet: “E’ il mio momento: ho fame e voglio dimostrare il mio vero valore!”

Il portiere olandese che sostituirà Dragowski si racconta: “Drago alza la mia asticella e io la sua. Al “Picco” c’è un ambiente e un’atmosfera speciale. Voglio dare il mio contributo alla causa dello Spezia!

A Jeroen Zoet sarà affidata la difesa della porta dello Spezia alla ripresa del campionato il prossimo 4 gennaio al “Picco” contro l’Atalanta.

All’olandese toccherà difenderla fino al pieno recupero del collega e compagno Dragowski infortunatosi gravemente alla caviglia l’ultima gara della stagione nella vittoria in rimonta delle Aquile sul Verona al “Bentegodi“.

E proprio Zoet è stato autore di un’intervista con i colleghi de Il Secolo XIX della quale riportiamo qua di seguito i passaggi più significativi.

VERO VALORE – «Voglio dimostrare il mio vero valore ora che ne ho la possibilità perché finora non mi è stato possibile. Mi sono infortunato a inizio della prima stagione in A con lo Spezia contro il Sassuolo, al mio posto è subentrato Provedel che ha meritato di giocare da titolare, ma io ho continuato a lavorare sodo, un dovere per ogni professionista farsi trovare pronto ad ogni chiamata».

FARSI TROVARE PRONTO – «Mi sono fatto trovare pronto con l’Udinese e a Verona senza dimenticare le due vittorie in Coppa Italia, sicuramente i tre punti conquistati al Bentegodi sono stati importanti in uno scontro diretto».

IL PSV – «Ritorno al PSV? Sono stato chiaro, ho detto a fine carriera! Ho 31 anni e penso di poter ancora giocare per molto tempo ad alti livelli.».

NAZIONALE OLANDESE – «E’ ovvio che giocare in campionati di livello come Italia, Spagna o Germania aiutino i selezionatori nelle loro scelte, ma io ora sono concentrato sullo Spezia».

CASA A MONTEMARCELLO, TESTA ALLO SPEZIA – «Sono felice di abitare qui con la mia compagna e i nostri figli, ma anche sotto il profilo calcistico perché nello Spezia si vive sempre sotto pressione per rimanere in serie A, si respira calcio e passione!».

TIFO, STADIO, ATMOSFERA e PROGETTO –Il Picco non è un grande stadio, ma con i tifosi si crea sempre un’atmosfera particolare, loro sono molto attaccati alla squadra e ci sostengono anche nei momenti difficili. Da parte mia arrivando in Italia ho sposato un progetto e voglio continuare a dare il mio contributo, anche perché dopo due anni ho finalmente capito alcune dinamiche che non sempre si capiscono nei club che salgono dalle serie inferiori».

VOGLIA DI RIVALSA – «Ho vinto tre scudetti in Olanda, ho giocato in Nazionale e in Champions League, per questo sono il primo a voler far conoscere chi sono davvero, voglio ritornare al livello che avevo raggiunto nel Psv perché ho ancora fame di pallone e voglia di dimostrare il mio valore».

SPOGLIATOIO – «Per carattere mi piace aiutare i compagni, il mondo del calcio è egocentrico, anche qui ci sono tanti calciatori stranieri, che non parlano italiano. È una ruota: quando ero molto giovane in Olanda i più esperti mi aiutavano a capire come funzionava il mondo, ora cerco di fare la mia parte».

RAPPORTI TRA ESTREMI DIFENSORI –Drago alza la mia asticella, io alzo la sua. Con Zovko ci conosciamo da due anni e lavoro sicuramente bene anche con lui. Purtroppo il ruolo di un portiere è differente da quello di un calciatore di movimento perché è unico nel suo ruolo, non cambia durante la gara a meno di episodi particolari».

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