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Zovko l’uomo spogliatoio: “Stadio e ambiente Spezia bellissimi, sogno l’esordio in A”

Arrivato quest’estate dalla Sampdoria il portiere bosniaco si è integrato alla grande nel Gruppo Aquilotto: “Molto non credevano che ci potevamo salvare, ma si sbagliano. Questo è un Gruppo fortissimo!

Petar Zovko (nella foto il giorno della presentazione assieme ad Amian, Ndr) non è mai sceso in campo in questo stagione, e del resto se di ruolo sei il terzo portiere della squadra è difficile che di occasioni per metterti in mostra te ne capitino parecchie, ma non ha mai fatto mancare il suo appoggio ai compagni diventando presto un beniamino del Gruppo e un vero e proprio spogliatoio.

Il portiere arrivato quest’estate allo Spezia dalla Sampdoria si è raccontato ai microfoni di Armando Napoletano per Il Secolo XIX.

Ecco un’estratto della sua intervista.

UN TERZO PORTIERE CHE “METTE PRESSIONE” – «Se l’arbitro va al Var o c’è da mettere pressione dalla panchina, parto per primo, la squadra mi segue.»,

PROVEDEL E ZOET – «Ivan e Zoet sono eccezionali, io ho venti anni e tanto da guardare e imparare».

IL NONNO PORTIERE – «Mio nonno Stojan ha fatto il numero uno nel Mladost, che attualmente gioca nella prima lega da lui ho ricevuto molti consigli. Con mio papà Zdenko sono quelli che mi hanno portato per la prima volta sui campi da calcio, e aiutato. Vengo da una famiglia tranquilla, i miei lavorano nella scuola, e hanno fatto sacrifici per vedere me in Italia giocare al calcio. Se i miei compagni dicono che sono un bravo ragazzo, nella realtà il merito è soprattutto della mia famiglia».

UOMO SPOGLIATOIO – «È una squadra che molti non credevano si sarebbe salvata, ma sbagliavano, perché non conoscono bene lo spogliatoio e il gruppo. Forte, motivato, fatto da ragazzi da seguire. Non siamo ancora salvi ma se questa salvezza arriverà, sarà merito soprattutto del mister e di tutti, perché è stato qualcosa di fortemente voluto. Dopo aver superato tante difficoltà insieme».

LA SPEZIA, LO SPEZIA E LA SERIE A – «La Spezia è una città a misura di un ragazzo come me, chiaro che mi ci trovi molto bene. Stadio bellissimo, ambiente altrettanto. Non sono tanti i calciatori del mio Paese che sono arrivati in massima serie in Italia, Dzeko e Pjanic su tutti. Se riuscirò ad aggiungere il mio nome a questo breve elenco sarà una splendida storia.

L’AMICIZIA CON ERLIC –Avere amici come Erlic mi ha aiutato tantissimo da subito, sia con la lingua che con l’esempio. Un perno di questo gruppo, un grande esempio, per me quasi un papà».

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