L’attaccante aquilotto, sempre più uomo chiave di questo Spezia, ha rilasciato un’intervista a “La Gazzetta dello Sport”.
Nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport c’è spazio anche per Daniele Verde, attaccante e grande protagonista dello Spezia Calcio.
“El Diez” aquilotto si è raccontato a 360°: dall’infanzia tra i vicoli di Napoli fino alla discussione con Thiago Motta, passando per la sua grande fede.
Ecco le parole di Verde:
LA STABILITA’ IN TERRA SPEZZINA – “Questa è la mia seconda casa. Ho riscoperto la felicità, gioco con lo spirito di quando ero bambino”.
IL MENTORE BRUNO CONTI – “Una persona eccezionale. Mi vide giocare nel mio quartiere di Napoli, Rione Traiano. E poi mi portò a Trigoria. Era la realizzazione di un sogno”.
LE ESPERIENZE ALL’ESTERNO – “Di Valladolid e della Spagna mi resta dentro tutto: persone eccezionali, un’esperienza stupenda. Poi sono andato all’Aek Atene: in Grecia respiri la storia”.
IL DURO LOCKDOWN DI ATENE – “La famiglia era in Italia e per quasi quattro mesi sono stato da solo. Diletta era nata il 31 dicembre, l’ho vista durante la sosta di fine anno, ma poi ho dovuto aspettare maggio e godermela solo attraverso le videochiamate”.
LE MANCANZE PER IL GRANDE SALTO – “Ero immaturo. Nella mia testa qualcosa è scattato con la nascita di Diletta. Io avevo sempre voluto la palla nei piedi per divertirmi, ma da un po’ di tempo ho imparato a sacrificarmi, ad aiutare i compagni. Mi dicono che faccio solo gol spettacolari, ma quel gusto per la cosa bella me la porto dentro da quando ero bambino: la giocata non la penso, la faccio. È il calcio della strada, quello più divertente. È istinto, passione”.
L’INFANZIA – “A Napoli giocavo nei vicoli, nei cortili, dove capitava. Con una porta o due, con il campo dritto o storto. Dribblavamo le macchine, sfondavamo tutto. Però che bello. Quella era magia”.
IL LITIGIO CON THIAGO MOTTA – “Non fu un litigio, ma una discussione. Il mister non mi vedeva al top in allenamento, eravamo un po’ tesi per i risultati. Le discussioni sono utili se le persone sono serie e hanno rispetto. E infatti poi il mister mi ha fatto giocare e io ho risposto con l’assist con il Milan e il gol con la Sampdoria. Di destro al volo, poi: non so nemmeno come l’ho presa”.
LA FEDE – “Mi affido a Gesù, ringrazio sempre per tutto quello che ho. La fede mi dà la forza di vivere con serenità ogni momento della vita”.
NELLO SPOGLIATOIO – “Faccio un po’ di scherzi. Soprattutto faccio sparire vestiti e scarpe che non si possono vedere. Alcuni compagni hanno un gusto pessimo. Manaj veste malissimo, Agudelo mette scarpe indecenti. E allora intervengo io”.