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CON UN CUORE GRANDE COSI’, ALLA FACCIA DI QUALSIVOGLIA SUPERLEGA

“La passione non si vende”, l’editoriale di Calcio Spezia dopo l’impresa dello Spezia al “Picco” contro l’Inter

E’ stato un inizio di settimana molto complesso per il calcio europeo, giorni di tensioni dubbi e domande a partire da domenica fino ieri quando il “progetto Superlega” sembra essere definitivamente tramontato.

Poco più di 48 ore che devono però far riflettere e in questa riflessione si inserisce splendidamente Spezia – Inter.

La squadra di Italiano ha dimostrato, come spesso è accaduto in questa stagione, che cuore, orgoglio, idee, grinta e sacrificio sono pane duro da digerire per qualsiasi “super squadra da Superlega” dal blasone importante, dal palmares ingombrante, dagli stipendi gonfiati e dai bilanci in rosso nonostante incassino venti volte, o più, il “piccolo” Spezia.

Se ne erano già accorti al “Diego Armando Maradona”, ma anche all’Olimpico in Coppa Italia, se ne era già accorto il Milan capolista annichilito al “Picco” e che perse la testa della classifica dopo il match con gli Aquilotti.

E’ stato un bene che la “ciurma” di Italiano lo abbia ribadito proprio ieri sera in una partita così importante, difficile e dal tasso tecnico così diverso.

Il punto conquistato dallo Spezia è un punto che va sbattuto in faccia a quella tracotante manciata di “Mega Ricchi” a cui interessava solo diventare ancora più ricchi.

Visto, che come ha sentenziato l’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta nel pre partita del “Picco” gli stipendi incidono ormai nelle grandi squadre per il 70% del fatturato, forse sarebbe stato meglio pensare a un “salary cap” o a diventare maggiormente virtuosi, a valorizzare meglio i Settori Giovanili producendo in casa i campioni del domani a costi ridottissimi invece che partorire un abominio tale per fare ancora più soldi.

Rimaniamo convinti che si possa fare calcio, e bene, anche con stipendi meno pesanti per le casse di una società. Il modello Atalanta è lì a insegnarlo a tutti anche in Italia.

Probabilmente i 12 della “Superlega” si sono dimentica che il calcio è della gente, il calcio è dei tifosi ed è così che deve restare.

Il romanticismo e lo spirito di identificazione che il tifoso prova verso la squadra della propria città è qualcosa di difficile da spiegare a parole, è un legame indossolubile e nessuna Superlega potrà mai portarglielo via o farcelo rinunciare.

In fondo noi siamo quelli che si sono innamorati di partite come Spezia-Alessandria o Spezia-Crotone o ancora Spezia-Genoa di Serie C disputate sotto un diluvio universale, senza la tribuna coperta, con il sedere ghiacciato, ma tutti stretti e uniti a urlare al cielo la nostra passione verso i colori della nostra città, a spingere quei ragazzi con indosso la maglia bianca a gettare il cuore oltre l’ostacolo per ottenere un’impresa che poi conserveremo gelosamente alla voce “ricordi”.

Noi siamo quelli che sono scesi in piazza per evitare che una partita fosse spostata dal Picco e poi quella partita l’hanno pure vinta ribaltando ogni pronostico iniziale e, alla fine, hanno pure vinto quel campionato!

Ecco forse quello che queste persone della Superlega non capiscono è proprio questo sentimento, questa passione pura che ci anima. La stessa che ci anima ora che siamo arrivati, dopo anni di sacrifici, a banchettare al tavolo della Serie A. Certo ci piace stare a questo tavolo, ma non lo faremo mai rinnegando i nostri valori e le nostre origini: sarebbe tradire noi stessi.

I sentimenti non li puoi comprare, noi preferiremo sempre i gradoni della “Curva Ferrovia” e le maglie bianche in campo che un qualsiasi Real Madrid-Inter di Superlega.

Ecco perchè il pareggio imposto dallo Spezia all’Inter è un punto che va oltre la mera classifica: è impresa calcistica di cui, in questo momento, il calcio in generale aveva bisogno.

E non è un caso che arrivi proprio nella giornata in cui il Sassuolo va a vincere in casa del Milan con la doppietta di un ragazzino classe 2000 cresciuto nel suo Settore Giovanile.

E’ vero, l’Inter ha dominato la seconda frazione, ma i “bianchi” hanno ribattuto colpo su colpo sfruttando le loro armi e il loro orgoglio.

E’ un punto del Gruppo, è un punto pesante per la classifica e che infonde grande morale dopo il brutto K.O. del Dall’Ara.

E’ un punto che certifica che Spezia non molla mai e non mollerà fino alla fine della stagione!

Un punto che certifica come non si possa azzerare il merito in una competizione: non si decide a priori chi sì e chi no. Lo sport non è così e, soprattutto, il calcio non è così.

Le pagine più belle della storia del calcio sono piene di imprese che inizialmente parevano solo un sogno.

Lo sfavorito deve comunque avere sempre la possibilità di provarci, o forse vi siete già tutti dimenticati di quando tifavate il Leicester City di Claudio Ranieri?

No “cara Superlega“, la passione non si vende: grazie ancora Spezia per averlo ricordato a tutti!

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