Due traverse, poco cinismo sottoporta e due errori marchiani in difesa non hanno portato i tre punti. I numeri sono però tutti dalla parte delle Aquile e questo aumenta il rammarci per quello che poteva essere.

Sabato scorso ha festeggiato cento panchine da professionista, escludendo i Play – Off di Serie C e Serie B, mister Vincenzo Italiano, ma non è riuscito a brindare al traguardo con una vittoria.

Dal debutto sulla panchina del Trapani in Serie C, vittoria per 3 – 0 contro la Reggina, al match di sabato del “Picco” con due promozioni centrate ai Play-Off e un’altra “storica missione” da portare a compimento.

Riavvolgendo il nastro c’è grande rammarico per quello che poteva essere e non è stato nel match contro il Benevento del “Picco”.

Una partita per lunghi tratti dominata dalle Aquile, sopratutto per gli accorgimenti a gara in corso nella ripresa, ma i tre punti non sono arrivati.

Tre punti che sarebbero stati fondamentali anche alla luce dei risultati in cui sono incappate le dirette concorrenti alla salvezza.

Numeri incontrovertibili non supportati dai tre punti

Un gol a testa tra Aquile e Streghe e un punto ciascuno, ma dati alla mano veramente “un brodino” per i bianchi che hanno comandato il gioco in lungo e in largo risultando però poco precisi in fase conclusiva e distratti in quella difensiva.

Il Benevento ha fatto veramente poco chiudendosi a riccio con una retroguardia a cinque e difendendosi con dieci uomini dietro la linea della palla.

La squadra di Inzaghi ha approfittato degli errori altrui. Due le clamorose occasioni concesse da Terzi nella prima frazione: sulla prima Gaich buca il passaggio di Caprari, sulla seconda fa centro su assist di Viola. Nella ripresa al 90° la conclusione sul fondo di Improta.

In totale 46 azioni d’attacco pericolose per lo Spezia e 17 per il Benevento, due traverse clamorose che portano a 14 il totale dei legni in stagione ossia sul terzo gradino del podio dell’intera Serie A alle spalle delle sole Milan e Verona a quota 16.

Oltre alle traverse di Gyasi ed Erlic, il gran tiro di Bastoni sull’esterno rete, la bomba di Verde dal limite dell’area con miracolo di Montipò, la doppia conclusione di Maggiore che poi porta alla rete del pareggio di Verde stesso, un altro tiro di Maggiore in pieno recupero, un tiro di Gyasi in area deviato da un difensore sannita, la bomba di Estévez disinnescata da Montipò dopo la traversa di Gyasi e le due conclusioni mancate da Nzola una nella prima frazione e una nella ripresa dopo due assist invitanti.

Riportare in condizione Nzola e Salva Ferrer

Ecco per ritrovare la cattiveria sottoporta lo Spezia deve anche recuperare la condizione atletica del proprio bomber principe apparso ancora indietro, come normale che sia, dopo la frattura alla caviglia destra rimediata contro la Sampdoria e otto partite saltate.

Anche Salva Ferrer, al rientro da titolare, è apparso indietro di condizione dopo una lunga assenza per infortunio.

Sicuramente da sottolineare la prova di Verde, migliore in campo e abilissimo nella doppia fase, dei subentrati Maggiore ed Erlic, di un Gyasi in crescita e anche di un Leo Sena ispirato in mezzo al campo.

Il brasiliano ha guidato la manovra con il suo ritmo solo in apparenza compassato: per lo Spezia 72% di possesso palla e 556 passaggi completati contro i 144 dei campani.

Certo con il possesso palla e il maggior numero di passaggi non si vincono le partite, però è un altro dato che deve far riflettere in attesa di misurarsi venerdì sera contro l’Atalanta.

Al “Gewiss Stadium” sarà tutto un’altro tipo di partita…