Il N°23 dello Spezia in intervista a La Nazione: “La morte di Astori il momento più tragico della mia carriera. A Empoli eravano una famiglia, purtroppo per via della pandemia ho conosciuto poco gli spezzini.”
Il fantasista dello Spezia Riccardo Saponara è stato intervista quest’oggi da La Nazione in vista del suo ritorno da ex al “Franchi” contro la Fiorentina venerdì prossimo.
Ecco un passaggio delle sue dichiarazioni al quotidiano spezzino.
MILAN – “Arrivai al Milan a 21 anni, quel balzo in avanti mi spaventò anzichè aiutarmi. Non ero pronto al grande salto al Milan: non avevo ancora il carattere giusto per impormi. In seguito ho fatto passi da gigante grazie a una psicologa molto brava: Francesca De Stefani, per me la psicologia dovrebbe essere parte dell’allenamento di un calciatore. E anche parte integrante di un ragazzo in crescita perché per affrontare sfide importanti ci vogliono equilibrio e spalle grosse.”
AMICIZIA NEL CALCIO – “A Empoli eravamo una famiglia, ho instaurato legami forti con Valdifiori e Tonelli. Negli anni seguenti mi sono chiuso un po’ in me stesso, ma a seguire ho conosciuto altri ragazzi di spessore come Lapadula, Rispoli e Barak.”
ASTORI – “E’ stato il momento più tragico della mia carriera. Non avevo mai vissuto uno choc così forte, anche se è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere.”
SPEZIA E LA SPEZIA – “Purtroppo, a seguito della pandemia, ho conosciuto poco gli spezzini. Della città ho subito avuto una bella impressione, anche se non l’ho girata molto. Vivo in centro e mi trovo bene. Di sicuro metterò a disposizone di questa gente le mie qualità calcistiche e umane. L’inno dello Spezia? Mi piace, ma devo ancora impararne le parole.”
MUSICA & CULTURA – “Amo la musica del pianista Ludovico Einaudi, anche se passo spesso dal rock alla classica. Sono diplomato ragioniere a indirizzo informatico, amo leggere e studiare la finanza. Credo che la cultura sia un dovere. Se non avessi fatto il calciatore avrei iniziato il percorso universitario studiando economia.“