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ESCLUSIVA CS, gli ex compagni Maltagliati e Zizzari ricordano “Paolino” Ponzo

Il difensore: “Era un esempio per tutti, soprattutto i più giovani” L’attaccante: “Era una persona incredibile. Durante gli allenamenti doppi invece di fare la pausa andava a correre per 20/30 km in bicicletta, poi tornava ad allenarsi.”

Uno un difensore affermato reduce da quattro promozione in carriera, l’altro un giovane attaccante di belle speranze agli albori della carriera.

Roberto Maltagliati e Francesco Zizzari condividevano con Paolo Ponzo la camera d’albergo nel ritiro pre campionato dello Spezia.

E sono loro a ricordare così il compagno nell’anniversario degli otto anni della prematura scomparsa.

Prima si diventa uomini, poi giocatori. Questa frase di Paolo dice davvero tutto di lui. Lui era un vero uomo: semplice, generoso, leale e sempre pronto ad aiutare il prossimo. Ha contribuito tantissimo alla promozione in Serie B. Per farvi un esempio ci sono stati giorni in cui lui stesso preparava il campo con il trattorino per gli allenamenti. Un vero esempio per tutti, soprattutto per i più giovani” ci confida Maltagliati.

Di Paolino ho un ricordo stupendo. Io ero giovane e ammiravo i giocatori più esperti come lui, guardavo i suoi atteggiamenti per “rubare” a lui i segreti del calciatore. Per me a livello di crescita personale quello in camera con lui e Maltagliati è stato tra i ritiri più belli della mia carriera. C’era entusiasmo e voglia di tornare in camera a fine allenamento e scambiare due parole con lui e Roberto. Io li ammiravo ed ero anche un po’ in soggezione. Ci sono un paio di aneddoti che voglio raccontare: il mercoledì facevamo il consueto “doppio”. La mattina lavoravi molto duramente e la palla la vedi solo al pomeriggio. Lui finiva la seduta del mercoledì, non si faceva la doccia, prendeva la biciclette e andava a farsi 20 – 30 Km. in bicicletta. L’altro è durante le esercitazioni aerobiche sui mille metri con lui bisognava fare un gruppo a parte perchè era assolutamente più veloce ossia correva lui da solo e poi c’erano i vari gruppi degli altri.” ci racconta Francesco Zizzari.

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