L’ex C.t. in carriera ha guidato sia Spezia che Verona sulla cui panchina sedeva proprio nel 2007 per il doppio Play-Out per evitare la Serie C: “Nzola e Lazovic i calciatori di maggior talento delle due squadre. Non lo trovo uno spareggio equo considerando il vantaggio negli sconti diretti delle Aquile”
Giampiero Ventura, ex C.t. della Nazionale Italiana passato alla storia per la prima delle due mancate qualificazioni al Mondiale perse dagli Azzurri, in passato ha guidato anche lo Spezia, nel 1986, e il Verona sulla cui panchina sedeva proprio nel 2007 quando gli scaligeri persero il doppio Play-Out per la permanenza nella serie cadetta contro le Aquile di Antonio Soda.
I colleghi de Il Secolo XIX lo hanno contattato per un’intervista in vista proprio dello spareggio di domenica sera al “Mapei“.
Ecco alcune delle sue dichiarazioni più interessanti in vista della decisiva sfida di domenica prossima.
IL RICORDO DEL 2007 – “In partite così dai tutto quello che hai e se poi quel tutto non basta, ti scusi con la mano sul cuore e le lacrime agli occhi. Fu un episodio spontaneo, naturale, un abbraccio virtuale a gente che aveva sofferto come noi. Purtroppo sarà così anche domenica, e non so quale parte gioirà e qualche piangerà, ma se i giocatori avranno dato tutto anche in quell’occasione, il calcio avrà regalato un’altra bella pagina, a prescindere dal risultato».
NON UNO SPAREGGIO EQUO – «Non è uno spareggio equo e non lo capisco proprio nella sua struttura e organizzazione. Partita secca, senza tempi supplementari con lo spettro dei rigori immediati. Nessun vantaggio per chi ha scontri diretti a favore, maturati durante la stagione regolare. Perché? Avrei capito maggiormente un play out con andata e ritorno, così è una partita ancora più drammatica ma illogica».
LO SPEZIA HA SPRECATO MOLTO, VERONA HA PIU’ ENTUSIAMO – «Dipende come ci arrivi. Lo Spezia ha più da perdere del Verona, che qualche mese fa non immaginava neanche di essere a questo punto. Ci arriva con una spinta in più, motivazionale. Ti devi togliere di dosso tutte le scorie e non sprecare energie. Hai una tensione a mille. Il Verona ora ha più entusiasmo, lo Spezia ha sprecato molto durante il cammino e vincere soltanto contro Milan e Inter non è bastato. Magari serviva strappare qualche punto in più negli scontri diretti, quello sì».
PARTI INVERTITE RISPETTO AL 2007 – «Il Verona di oggi è un po’ lo Spezia di allora, ci arriva dopo una rincorsa senza fiato, in salita, anche clamorosa. Noi quell’anno eravamo una buona squadra, che dal mio arrivo ribaltò la storia, poiché eravamo ultimi e con 9 reti segnate; ma senza quel Juventus-Spezia 2-3 dell’ultima giornata eravamo salvi senza neppure spareggio play out. Lo Spezia di oggi è un po’ il Verona di allora, sulla carta favorita, tecnicamente magari più dotata, ma queste sono partite fatte a parte, che vivono una vita propria».
NZOLA E LAZOVIC LE STELLE – «Credo che siano due i calciatori dai quali ti aspetti qualcosa di più in assoluto. Da una parte un attaccante come Mbala Nzola, centravanti importante che trascina la squadra. Dall’altra uno come Lazovic, ma ci sono anche tanti altri elementi che avranno un peso determinante nell’arco della partita».
IPOTESI RIGORI – «Si c’è anche questa ipotesi. Innegabile, per come è stata strutturata la sfida».
TESTA E CUORE – «Prima lo farà la testa e l’approccio psicologico alla partita dell’una e dell’altra squadra. Ricordo, per esempio, ne l 2007 la partita di andata, persa da noi 2-1 dopo aver dominato. Sbagliammo di tutto e venimmo puniti oltre i meriti. Mentalmente giocavi il ritorno come chi pensa che con un gol ti saresti salvato, ma fu una montagna da scalare minuto dopo minuto. Poi ci vorrà cuore. Tanto cuore. Non devi neanche pensare a quello che hai buttato via in trentotto giornate, non esistono più domenica sera».
DUE PIAZZE CALOROSE – «Alla Spezia il mio percorso è stato molto breve, ma ricordo tutto con tanto affetto. A Verona stetti ancora meglio e di quei tifosi ho un grande ricordo. Sanno apprezzare chi offre a loro emozioni e non smettono mai di crederci. Ma so che è così anche per i tifosi aquilotti»
