L’ex centrocampista ha vestito sia la maglia bianca che quella granata: “Molto dipenderà da come Semplici ha impostato la settimana di lavoro e dal tifo del “Picco”. Il mercato? A Spezia non puoi ingaggiare giocatori che non abbiano cattiveria agonistica.”
Fabio Tricarico, ex centrocampista centrale, è uno dei tanti doppi ex di Spezia e Torino. Il 53enne ex mediano vanta infatti 91 presenze con 4 gol e 4 assist in maglia bianca e 124 presenze sempre con 4 gol e 4 assist con quella granata. Sono, insomma, le due casacche che ha indossato per il più lungo periodo in carriera.
Attualmente Tricarico ricopre il ruolo di osservatore nell’area scouting dell’Empoli, altra formazione di cui ha vestito i colori in carriera, e oggi è stato intervistato dai colleghi de Il Secolo XIX in vista della sfida del “Picco” di sabato tra Aquile e granata.
NESSUN REGALO – «Domenica l’Empoli non regalerà niente al Verona, così come sabato farà il Torino contro lo Spezia, sono due squadre che vogliono fare più punti possibile in questo finale di campionato. La squadra del tecnico Paolo Zanetti quest’anno sta facendo benissimo. Dopo il 4 a 1 inferto alla Juve il morale è alle stelle, in più in squadra ci sono tanti giovani talenti come Vicario, Baldanzi, Parisi, Bandinelli da tempo seguiti da grandi club, che vogliono confermare le loro qualità e daranno tutto in campo».
SU SPEZIA-TORINO – «La vedo a rischio per un paio di motivi: il Toro non ha forse più nulla da chiedere alla stagione, ma Juric non vuole mai perdere neppure le amichevoli, la squadra sta bene e verrà al Picco per divertirsi e fare bottino pieno. D’altro canto lo Spezia deve salvarsi assolutamente e ha la possibilità di vincere in casa con una squadra meno motivata. Se c’è un rischio è proprio qui: il Picco è un ambiente caldo dove i calciatori devono sentirsi protetti dalla loro gente, al tempo stesso tanto calore e tante aspettative potrebbero super caricare la squadra con un effetto contrario al voluto. Per questo sarà fondamentale come Semplici avrà saputo impostare la settimana di avvicinamento alla gara».
EPISODI – «Sono sempre importanti, vedi il palo di Tonali in Spezia-Milan, ma ho visto la sfida delle Aquile a Lecce, se c’era una squadra che doveva vincere era lo Spezia per gioco, occasioni e atteggiamento, il punto sta stretto, ma resta un segnale positivo».
VITA O MORTE – «Sono stato calciatore, lottare per la salvezza è una cosa, è vita o morte, se retrocedi cambia tutto. Se giochi per un posto in Europa hai, sì, motivazioni, ma sai che se non riesci resti dov’eri, è una situazione mentale differente».
CONTEMPORANEITA’ DELLE GARE – «Ovvio che la cosa migliore sarebbe giocare tutti alla stessa ora nello stesso giorno, perché così ognuno si giocherebbe la propria partita senza condizionamenti; scendere in campo prima o dopo può causare contraccolpi emotivi, ma ormai ci dobbiamo abituare a questo spezzatino per le esigenze televisive, inutile fare polemiche. Giocare prima vuol dire non sapere nulla e non accontentarsi, perché devo badare soltanto al mio risultato e giocarmela alla morte, se va bene il giorno dopo sono sul divano a gufare»
LO SPEZIA DI SEMPLICI – «L’ho visto bene, ha dato idee ben precise per la salvezza, è un tecnico su cui poter contare, certo per lui tutto dipende dai prossimi risultati»
IL MERCATO DI GENNAIO – «Prima di fare nuovi acquisti bisogna conoscere la piazza. Allo Spezia non puoi ingaggiare calciatori senza cattiveria agonistica, ma elementi che si caricano di responsabilità e che non hanno paura di sbagliare uno stop, perché è una piazza che non perdona, oggi sei un campione, domani un bidone»
IL CONFRONTO A DISTANZA NZOLA-SANABRIA – «Sicuramente Sanabria, sta bene, ha trovato la giusta condizione e la via del gol. Ma il Toro, a sua volta, dovrà fare attenzione a Nzola, se sta bene ed è in condizione può decidere il risultato»
