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Bologna-Spezia 2-0, le pagelle di CS: Dragowski tiene in piedi lo Spezia finchè possibile

Gyasi ha la palla del pari, ma Skorupski glielo nega. Maldini entra e conclude subito: poi non si vede più. Ampadu e Agudelo gli ultimi a mollare. Cipot: se son rose, fioriranno. Male la difesa. Gli esterni vanno in sofferenza.

DRAGOWSKI 7: Pronto subito su Ferguson dopo un errore difensivo di Amian. Al 34° miracolo su Zirkzee dopo che l’attaccante aveva saltato secco Caldara. Ci rimette i pugni sul colpo di testa di Ferguson, ma nulla può sulla bomba dal cuore dell’area di Posch. Nella ripresa nega il gol a Orsolini presentatosi a tu per tu una prima volta, ma nulla può sul secondo tentativo dopo un buco clamoroso della sua difesa. Tiene in piedi lo Spezia finchè può.

AMIAN 5: Soffre tutta la partita il continuo movimento di Zirkzee che non dà punti di riferimento alla retroguardia aquilotta svariando su tutto il fronte offensivo.

CALDARA 5: Eredita i gradi di titolare da Kiwior dopo la cessione all’Arsenal del centrale polacco. Nel primo tempo due ottime chiusure in angolo, ma poi è saltato secco da Zirkzee: per sua fortuna c’è Dragowski. Nella ripresa non è irreprensibile nelle azioni del raddoppio di Orsolini e sul gol annullato allo stesso esterno d’attacco.

NIKOLAOU 5: Lui invece parte bene, ma alla lunga soffre Orsolini. Nettamente sorpreso nell’azione del raddoppio rossoblu.

HOLM 5,5: Recuperato dal problema accusato contro la Roma, ma non sembra lui perché non sta bene ed è molto sofferente. La corsa c’è, la precisione e la forza nei traversoni molto meno. Risulta quindi spesso impreciso, ma non stava bene. (67° VERDE 5,5: Entra a partita compromessa e con lo Spezia che accusa le ripartenze avversarie. Si nota per una gran bella giocata nel finale chiusa in angolo, ma da lui è lecito aspettarsi di più)

BOURABIA 5: Come al solito recupera tanti palloni, ma questa volta non riesce a renderli giocabili per i compagni. Va via via calando in maniera evidente. (78° ESPOSITO S.V.)

AMPADU 6: Importantissimo per l’equilibrio che riesce a dare a tutta la squadra. Ottime le letture difensive del gallese che poi fa ripartire l’azione, spesso portando palla fino al limite dell’area avversario. Uno dei pochi a salvarsi nel grigiore generale.

KOVALENKO S.V.: Scelto come titolare e sfortunatissimo, un problema muscolare lo costringe alla sostituzione dopo 16′ minuti. (16° MALDINI 5: Dopo 3′ minuti dal suo ingresso in campo il primo tiro dello Spezia è suo, ma Skorupski c’è. Il problema è che si ferma lì!)

RECA 5,5: Non impeccabile su Zirkzee nell’azione del vantaggio di Posch. Prova a rifarsi subito con un gran tiro da fuori che Skorupski devia lateralmente, soffre in fase difensiva. (46° JOAO MOUTINHO SV: Quasi venti minuti senza mettersi in luce sulla sinistra, poi si infortuna anche lui e deve uscire. – 67° CIPOT 6: Se non altro ci prova: all’esordio assoluto entra con personalità. Prova un assist per Maldini in area che non fa movimento, poi trova la conclusione potente e centrale parata da Skorupski. Se son rose fioriranno.)

GYASI 5,5: Si allarga molto non riuscendo a essere ficcante centralmente. Al 43° Skorupski gli nega il gol con un miracolo su precedente respinta dello stesso portiere di casa. Nella ripresa costretto a fare l’esterno a tutta fascia, in ritardo il raddoppio nell’azione del gol di Orsolini, ma prima viene l’errore della difesa.

AGUDELO 6: Inizia punta, ma con l’immediato infortunio di Kovalenko torna subito mezzala. Raddoppiato e a volte anche triplicato per soffocare la sua spinta e il suo dribbling: Thiago Motta lo conosce bene fin dai tempi del Genoa e sa che la fase offensiva dello Spezia parte da lui tra le linee. L’ultimo ad alzare bandiera bianca.

 

ALL. GOTTI 5: Le assenze e gli infortuni in corso d’opera di certo non aiutano, ma il suo Spezia appare subito rinunciatario. Squadra che non riesce a tenere alto un pallone e allora perché non provare almeno Strelec in avanti visto che lo stesso grave problema si era già palesato contro la Roma? L’inizio di ripresa è promettente, ma resta tale: il Bologna prende presto le misure, raddoppia e poi gioca sul velluto.

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