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Una vita da numero 10: Andrea Caverzan racconta “Giotto”

Vita, passioni, gioie e dolori dell’ex N°10 dello Spezia legato da sempre da un amore profondo e viscerale alla maglia bianca

Chi non si ricorda di Andrea Caverzan? Si proprio il trequartista che con la maglia N°10 dello Spezia disputò due campionati di Serie C1 tra il 2001 e il 2003 sfiorando una  storica promozione in Serie B.

Mancino vellutato che sapeva dipingere calcio, da qui il soprannome di “Giotto“, che infiammava lo stadio “Alberto Picco” innescando un centravanti come Giovanni Pisano.

Per lui 53 presenze in maglia bianca con 7 reti all’attivo.

Smessi i panni del calciatore ha poi indossato quelli dell’allenatore rimanendo in quella terra, la Liguria, che l’aveva adottato dopo anni in giro per l’Italia.

Trasferitosi a Ponente è ora il responsabile del Settore Giovanile dell’Ospedaletti.

Più recentemente, dopo aver tolto gli scarpini, ha impugnato la penna e ha raccontato la sua storia calcistica in “Una  vita da numero 10” libro da poco andato in stampa.

E per chi ha amato “Giotto” non può che essere una lettura godibile.

Ma anche per chi non conoscesse questo “artista” del pallone il libro è ricco di avvenimenti e crescita personali sia tra campo e vita di tutti i giorni.

Gli inizi, la nazionale e il bianconero

Si parte come partono tutti i bambini che amano questo sport: correndo con gioia dietro un pallone nella città di origine con il sogno di diventare un calciatore.

Sogno che per Caverzan si è realizzato e che lo ha portato fino a vestire per due stagioni la maglia della Juventus.

Andrea trasmette al lettore l’orgoglio per aver indossato la maglia della Nazionale, ti fa conoscere un Totò Schillaci diverso da quello di Italia ’90, ma con gli stessi occhi spiritati.

Infine racconta la profonda amicizia e i consigli del calciatore più amato dagli italiani: si proprio lui, sua maestà Roberto Baggio.

Del Neri e Glerean

Poi la caduta a Licata e la risalita dalla Serie C2 vinta con la Ternana di Gigi Del Neri.

Il ritorno in Veneto per indossare la maglia del Cittadella e la scalata fino alla Serie B con il famoso 3 – 3 – 1 – 3 di Ezio Glerean dove lui era “L’uomo in più” del film di Paolo Sorrentino.

Il cuore legato per sempre alla maglia bianca

E per chi vive a pane e Spezia i tre capitoli della sua esperienza con la maglia delle Aquile indosso non possono non far venire i brividi e la pelle d’oca al lettore.

L’ex N°10 aquilotto che ci racconta alcuni aneddoti che difficilmente chi era fuori da quello spogliatoio poteva conoscere.

Il suo grande amore per la maglia bianca, un amore profondo e viscerale e la dolorosa separazione che lo portò a vestire per la prima volta in carriera i panni del “calciatore dilettante” in Serie D con il Fo.Ce. Vara.

Ci sono maglie che ti si attaccano alla pelle e non ti mollano per sempre. Spezia e Ternana sono le due piazze che mi sono rimaste dentro.” mi ha confidato mentre commentavamo il suo libro.

E lui di maglie diverse nella sua carriera ne ha indossate ben diciotto!

E ancora il suo percorso di crescita da allenatore frutto di un’analisi personale che continua tutt’ora volto a dare sempre il meglio ai suoi ragazzi perché seguano la loro passione, ma senza dimenticare mai il rispetto e l’educazione primi insegnamenti ricevuti quando da piccolo si affacciava al mondo del calcio.

Un rispetto verso quella passione/professione che molti hanno ormai, purtroppo, perso.

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