L’ex Udinese non è un tecnico “talebano”, ma sa adattare i propri schemi in base ai giocatori a sua disposizione: la condizione perfetta per rivalutare la rosa aquilotta nella sua interezza
Luca Gotti corre ormai veloce verso la panchina dello Spezia.
Nell’incontro odierno con Pecini si dovrebbe ratificare l’accordo tra l’ex Udinese e la Società di Via Melara.
Un accordo che anche in caso di raggiungimento potrebbe essere ufficializzato solo quando si conoscerà la sentenza del TAS di Losanna, una sentenza che dovrebbe arrivare tra il 16 e il 18 giugno prossimi.
La presentazione del nuovo allenatore potrà quindi avvenire intorno alla fine di giugno.
La chiave tattica
Uno dei principali dubbi che avevamo sollevato in precedenza sul possibile arrivo di Gotti sulla panchina aquilotta era di natura tattica.
A Udine Gotti schierava i friulani con una difesa a tre, mentre lo Spezia è nato ed è stato costruito per la difesa a quattro.
Se il mercato resterà bloccato sarà impossibile invertire questa tendenza e l’arrivo in rosa di Holm e Vignali non farebbe altro che accrescerla e rinforzarla.
Gotti però non è un “talebano degli schemi e della tattica“, insomma non è un allenatore intransigente alla Zeman o alla Sarri per citarne giusto un paio.
L’ex Udinese è invece un allenatore equilibrato e pragmatico che sa adattarsi ai giocatori a sua disposizione sposando la causa della Società da lui allenata.
Quindi anche dal punto di vista tattico non ci saranno problemi di sorta anche in caso di conferma allo stop del mercato: lo schema dello Spezia rimarrà il 4-3-3 o il 4-2-3-1.