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Giulio Maggiore: “Le due salvezze in A una grande soddisfazione. Spezia e la sua gente sono tutto per me”

Il capitano aquilotto ha rilasciato una bella intervista al portale Fanpage.it. Ecco le sue parole.

Giulio Maggiore, da ormai diverse stagioni, è il giocatore simbolo dello Spezia Calcio. E non solo per le doti tecniche che lo hanno portato ad essere l’obiettivo di molti club blasonati ma anche perché è riuscito ad ottenere il ruolo di capitano nella squadra della sua città natia.

Il numero 25 dei bianchi ha rilasciato una bella intervista al portale Fanpage.it. In questa, tra le varie cose, si è soffermato sulle ultime due stagioni che hanno visto lo Spezia militare nella massima serie. Non sono mancate, poi, alcune domande a livello personale.

Ecco l’intervista completa:

LE DUE SALVEZZE IN SERIE A – “Sicuramente rappresentano i valori che questa società incarna. Quando ti approcci alla Serie A per la prima volta la difficoltà è alta e restarci per due anni di fila è una grande soddisfazione. Si può fare ancora meglio ma abbiamo messo una base importante in questi due anni e da questo la società può soltanto crescere”.

DIFFERENZE TRA LA SCORSA STAGIONE E QUELLA ATTUALE – “La scorsa stagione si trattava di un progetto che partiva dall’anno precedente, con lo stesso mister e lo stesso staff oltre ad una rosa di una certa esperienza che ci ha aiutato molto. Quest’anno sono arrivati tanti giovani, che dovevano crescere, e ci sono state delle difficoltà oggettive ma ci sono tante analogie per quanto riguarda lo spirito e la voglia di provare a raggiungere l’obiettivo. All’inizio nelle griglie ci davano per spacciati ed è una grande soddisfazione, riuscendoci in entrambi in casi”.

LE GARE CLOU – “Io quando penso ai match clou dell’anno penso alla gara in casa del Napoli, quando un po’ è girata la stagione e siamo ripartiti con entusiasmo, voglia e un’autostima maggiore. Per lo scorso anno anche quella di Napoli, ma non possiamo dimenticare Spezia-Milan dove abbiamo fatto una partita bellissima e inaspettata. Fu una serata stupenda”.

IL GOL SALVEZZA AD UDINE – “In quel momento le cose si erano messe benissimo e ho pensato che potesse essere il momento decisivo ma, allo stesso tempo, mancava ancora tanto e bisognava restare sul pezzo. È stata una grande gioia perché ho subito pensato all’importanza che potesse avere sia per la gara ma soprattutto per il raggiungimento dell’obiettivo. Una doppia gioia davvero importante”.

IL PESO DELLA FASCIA DA CAPITANO – “Non è semplice da dire perché passano tantissime sensazioni ed emozioni. Quando sono in campo, con la fascia o senza, perché da spezzino la sento di più ma da capitano la responsabilità è ancora maggiore. C’è tutto un lavoro dietro le quinte extra campo per far capire ai nuovi cosa vuol dire per gli abitanti della mia città la squadra e forse avevo un carico di responsabilità più alto di quello che potessi aspettare ma con l’aiuto di tutti, dai compagni ai tifosi, è stato un anno davvero importante sotto tutti i punti di vista”.

IL PERCORSO DI CRESCITA – “Penso che sono stati due anni di Serie A che mi hanno aiutato perché ho accresciuto le mie conoscenze, sia in campo che fuori. Il mio percorso è in continua evoluzione ma c’è tanto da lavorare e ci sono altre situazioni da affrontare nel modo giusto”.

DOVE MIGLIORARE – “Sicuramente devo svilupparmi ancora a livello fisico, anche se negli ultimi due anni sono cresciuto tanto come dimostrato dai dati. Vorrei migliorare negli ultimi 25 metri, per fare la scelta giusta o nella conclusione. Questi particolari mi possono far fare ancora di più il salto di qualità”.

GLI ALLENATORI PIU’ IMPORTANTI – “Direi un po’ tutti mi hanno lasciato qualcosa. Inizialmente Gallo in Primavera, che mi ha dato la possibilità di allenarmi con la Prima squadra; poi Di Carlo, che mi ha fatto esordire in Serie B e fare 28 partite; e Italiano, che dal punto vista del gioco mi ha dato tantissimo. Infinte Thiago Motta che con la sua esperienza mi ha aiutato con saggezza a crescere a livello caratteriale. Come ti dicevo, tutti mi hanno lasciato qualcosa”.

I PUNTI DI RIFERIMENTO – “Il primo è Steven Gerrard, che mi affascinava in tutto come giocatore; e Claudio Marchisio, che negli ultimi anni alla Juve faceva tutti i ruoli del centrocampo e mi è sempre piaciuto molto come persona”.

LO STUDIO E LA RINUNCIA AL MONDIALE UNDER 20 – “Assolutamente lo rifarei e consiglio di continuare gli studi, soprattutto perché con i mezzi di oggi si può fare tutto. Chiaramente i tempi sono più lunghi ma c’è la possibilità di fare tutto. Ho rinunciato al Mondiale Under 20 perché avevo fatto un percorso con il Liceo Scientifico di Spezia e per l’educazione che ho ricevuto ho comunicato la mia scelta alla Nazionale ma, per fortuna, con l’Under 21 mi sono tolto delle belle soddisfazioni. Questa pratica devo dire che si sta consolidando sempre di più rispetto a prima ed è importante tenersi aperta una porta anche per il post carriera. Io sono iscritto a Scienze della Comunicazione perché penso che possa servirmi per quando smetterò”.

IL LEGAME CON LA CITTA’ – “Me lo chiedo anche io spesso ma trovare una risposta non è semplice. Spezia e la sua gente sono tutto per me. Un amore che è sbocciato prima di entrare in prima squadra, lo porto con me e in campo provo sempre a ricambiare la loro fiducia e il loro affetto. Lo definirei un legame molto forte, di sangue”.

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