Il portierone dello Spezia squalificato in modo assurdo: per una ripresa senza audio in cui “sembra” proferire espressione blasfema

Amplificata dal gol irregolare convalidato ad Acerbi nel finale di Spezia-Lazio che è costato alle Aquile quel punto che avrebbe voluto dire salvezza la squalifica comminata dal Giudice Sportivo a Ivan Provedel per presunta espressione blasferma nel corso del secondo tempo è sembrata l’ennesima mazzata inflitta alla Società di Via Melara nel corso di questa stagione.

Un regolamento già di per sé assurdo quello che impone di squalificare per espressione blasfema un calciatore in un Paese che si dichiara “laico” come l’Italia, ma che in realtà sappiamo avere sul proprio territorio la sede del Vaticano.

A parte questi discorsi è davvero inconcepibile pensare come un giocatore possa essere squalificato andando a rivedere minuziosamente i filmati di una gara e per di più senza audio!

Il netto fuorigioco per il gol di Acerbi al VAR però è andato perso nell’esultanza laziale del “Picco”…strano metro la “giustizia” sportiva.

Il ricorso dello Spezia

Lo Spezia ha presentato subito ricorso presso la Corte Federale d’Appello forte di un precedente che riguarda il centrocampista del Sassuolo Davide Frattesi “scagionato” in circostanze simili a quelle del portiere aquilotto.

Memoria difensiva affidata al legale Maurizio Scaccabarozzi.

Tra questa sera o più presumibilmente domani in giornata l’importante responso.

Se la squalifica del portierone friulano venisse convalidata sarebbe un ulteriore smacco alla società di via Melara dopo i tanti torti già subiti in questa stagione di Serie A.

Insomma dopo il danno, il gol irregolare convalidato ad Acerbi, ecco servita anche la beffa…

Un modo dell’AIA e del Giudice Sportivo di “vendicarsi” della squalifica inflitta a Pairetto e Nasca dopo l’indecente direzione di gara nel match del “Picco” con la Lazio?

Una decisione del genere rischia di influire parecchio nella corsa salvezza delle Aquile.

Intanto mentre si scalda Zoet lasciamo ai posteri l’ardua sentenza…