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ESCLUSIVA CS – Piccolo: “Che gioia vedere le nuove generazioni di tifosi aquilotti al Picco”

L’ex difensore aquilotto è uno dei doppi ex di Empoli-Spezia: “Mi ha impressionato Nikolaou: che partita! Thiago Motta ha avuto la meglio in tutto. Al “Castellani” sarà una partita aperta decisa dagli episodi

Felice Piccolo è uno dei tanti doppi ex di Empoli-Spezia. Per il classe ’83 sono 37 le presenze in maglia bianca con 2 reti, 48 con 1 gol in maglia toscana.

Adesso Felice Piccolo è CEO della Start Group e domenica scorsa era in tribuna al “Picco” ad assistere alla vittoria delle Aquile sul Venezia.

Abbiamo contattato l’ex capitano aquilotto per porgli qualche domanda.

Eri presente al “Picco” per Spezia-Venezia: che partita hai visto?

Prima di tutto la gioia di tantissime persone che per anni hanno sperato la Serie A. Ho parcheggiato in piazza del mercato e mi sono potuto godere tutto il tragitto fino allo stadio: vedere le nuove generazioni di tifosi aquilotti incitare la squadra e correre insieme a quelle più vecchie verso il “Picco” è stato un qualcosa di unico. Bello continuare a vedere che le generazioni si tramandino questa immutata passione. Ho visto uno Spezia ben messo in campo, due centrali difensivi che sono riusciti a difendere a campo aperto per l’intera partita, permettendo alla squadra di pressare alta, grossa spinta dei laterali e gran lavoro delle due mezzali. Il Mister ha piazzato terzini alti contro il Venezia che difendeva basso e provava a ripartire, lettura che ha avuto la meglio.”

Non trovi che lo Spezia renda di più con un riferimento centrale come Manaj rispetto a un Gyasi adattato a centravanti?

Quando è entrato qualche palla alta è andato a contrastarla nel modo giusto. E’ un attaccante che che lotta su ogni pallone, tutta la squadra riesce a respirare di più con lui in campo. Con Gyasi il mister voleva probabinmente più mobilità adottando un calcio diverso nella fase iniziale della partita.

Sei ex sia delle Aquile che dell’Empoli: che gara ti aspetti al “Castellani”?

Difficilissima per lo Spezia perché l’Empoli quando gioca, sia con le big che con le piccole, adotta sempre spregiudicatezza nella testa di Andreazzoli. Due squadre che propongono questa trazione offensiva si scontreranno in una gara aperta. Sarà una partita differente dal calcio monotono italiano. Ben venga, è l’era moderna ed è quello che ci aspettiamo. Una partita che comunque potrà essere decisa dagli episodi.

Maggiore, Bastoni, Okereke e Ceccaroni, oltre Vignali, erano nelle giovanili quando tu vestivi la maglia bianca. Che ricordi hai di loro?

Ho un ricordo stupendo di questi ragazzi che si allenavano qualche volta in prima squadra con Bjelica. Me li sono ritrovati nei miei quattro cinque/mesi fuori rosa con Di Carlo e ho avuto modo di vederli quotidianamente. Si vedeva che potevano fare bene anche a livelli altissimi, come del resto stanno facendo. Spero che anche loro abbiano un buon ricordo di quelli che erano i nostri allenamenti insieme.

C’è un giocatore delle Aquile che ti ha particolarmente colpito in questa stagione?

L’altro giorno mi ha veramente colpito Nikolaou come forza fisica e impeto. Forse non ha caratteristiche tecniche eccelse, ma riesce a difendere a tutto campo e incarna anche lo spirito del “Picco” con quel modo importante e sanguigno che ha di giocare.

Il tuo pensiero su mister Thiago Motta?

Il mister ha avuto la meglio in tutto perché, incrociando le dita, sta riuscendo a far bene ed è vicino all’obbiettivo. Mi è piaciuto il modo di stare il campo della sua squadra e la disponibilità con cui si rivolge a tutti compreso il magazziniere. Posso dire che pur non conoscendolo di persona sta avendo ragione, anche perché ora, dopo un inizio difficile, è conscio di quello che chiede il tifoso spezzino.

Un tuo ricordo della tua esperienza in maglia bianca?

A Spezia sono stato benissimo, rifiutai anche un’offerta importante per continuare a vestire la maglia dello Spezia. Credevo nel progetto di Angelozzi e Bjelica, poi ci fu quel cambio in panchina e sinceramente non mi trovai a mio agio e da lì decidemmo insieme di intraprendere un’altra strada. Il campionato con Bjelica fu un’annata inaspettata: arrivammo a giocarci i Play-Off e poi sfortunatamente uscimmo contro l’Avellino dove io mi infortunai. Posso dire con certezza che facemmo una seconda parte di campionato importante rischiando di arrivare secondi.

E invece un aneddoto sull’esperienza empolese?

Empoli l’ho vissuta subito dopo la Juventus, ero con Cagni in Serie A e ovviamente c’era la famiglia Corsi. Per me fu un anno da protagonista. Piazza completamente diversa da Spezia soprattutto nel tifo. La società è a regime familiare portata avanti negli anni. Spero che tra qualche anno lo Spezia possa dire lo stesso per una permanenza continua in Serie A.

Piccolo, CEO della Start Group: un un giocatore, anche del tuo gruppo, che consiglieresti allo Spezia?

Complimenti alla Società, non era facile sopperire alle sanzioni, programmare un mercato del genere non è mai facile, ci sono 4/5 elementi all’interno della Rosa che possono portare “ritorni” importanti. Tra i miei assistiti in questo momento sta facendo benissimo Michael Liguori. E’ un sorta di Berardi, esterno d’attacco o seconda punta, milita in Serie C ed è pronto al salto di categoria. Tripletta al Bari, una doppietta al Messina, una al Francavilla, ormai ha superato la doppia cifra da esterno d’attacco. Ha fame, si appresta ad una carriera importante. Per il futuro spero crescano bene i vari Milani, Verde e Iori, li stiamo aspettando.

Hai giocato per molto tempo in Romania. Non ti sembra che il calcio italiano sia “invaso” da troppi stranieri, anche mediocri, e che questo implichi una crescita più difficoltosa per i talenti nostrani?

Lo step più importante è quando si passa dal settore giovanile alla Prima Squadra. Spesso ci si ritrova a vestire una maglia di quarto livello, difficilmente i giovani hanno possibilità di sbagliare. Inserirei un semi professionismo alla Serie D per far sì che questi giovani abbiano più spazio e possibilità per riuscire a giocare con i grandi in futuro, senza rincorrere per forza un minutaggio o una slot under, c’è un ostacolo di massima sullo status tra Professionista e Dilettante ,pensando anche al bene della Nazionale bisognerebbe  trovare una sincronizzazione tra regole, costi e strutture. In fondo tanti calciatori che militano in A hanno militato categorie inferiori ai lori inizi di carriera.

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