L’arcigno difensore ex uno dei doppi ex di Empoli-Spezia intervistato da Il Secolo XIX. “Aver visto Maggiore e Ceccaroni scambiarsi i gagliardetti da capitani in Serie A è stata una soddisfazione“
Pietro Fusco, difensore di origine napoletana, è uno dei tanti doppi ex della sfida che vedrà sabato pomeriggio affrontarsi al “Castellani” Empoli e Spezia.
Il centrale difensivo ha vestito in 76 occasioni la maglia “blues” e in altre 160 quella dello Spezia dove poi è stato anche dirigente.
Adesso è il Direttore Sportivo della Cavese, ma non dimentica le due squadre a cui ha legato in maniera indelebile la propria carriera di calciatore professionista.
Il collega de Il Secolo XIX Armando Napoletano lo ha intervistato: ecco i principali temi trattati nella lunga intervista odierna.
EMPOLI E SPEZIA I POSTI DEL CUORE – «Due club ai quali sono legato con il cuore. Ho ricevuto e credo dato tanto. Empoli è stata la mia prima A, alla Spezia c’è la mia vita, anche fuori dal pallone. Empoli è piccola ma ha costruito negli anni un prodotto, ha saputo crescere. Lo Spezia oggi in A è qualcosa d’inimmaginabile fino a poco fa, ma anche frutto di un programma lungo che ha portato al successo».
SFIDA SALVEZZA – «Credo e spero che entrambe possano raggiungere l’obiettivo più importante, perché hanno fatto una stagione diversa ma interessante e con tanti talenti che sono cresciuti e che cresceranno ancora».
SODDISFAZIONI – «Mi basta vedere Maggiore e Ceccaroni a centrocampo scambiarsi da capitano i gagliardetti prima di Spezia-Venezia. Due ragazzi che anche io ho contribuito a crescere, oggi protagonisti tra i grandi. Sono soddisfazioni per chi ama il football».
CORSI e ANGELOZZI – «A Empoli a un presidente come Corsi. Vendette Birindelli alla Juventus per prendere me, giovane che venivo dal Castel di Sangro. Ma lui vede calcio, dove gli altri vedono il buio. È una gran persona ed un uomo capace come pochi. Sa stare vicino alla squadra e sa far crescere un ambiente. Allo Spezia ritrovai Angelozzi, che avevo avuto a Catania come diesse. Mi ha insegnato tutto, quando ho smesso ed ho iniziato la mia storia da dirigente».
RICORDI IN MAGLIA BLUE – «Empoli, non scorderò mai la voglia della squadra; la domenica sera eravamo incollati alla televisione per rivedere Pressing ed i nostri interventi al limite, una gara per chi veniva più nominato da Pistocchi. Ricordo contro il Vicenza una tacchettata di Zauli che mi mise ko. Spalletti, che ci allenava, mi voleva escludere contro l’Inter, gli disse che non se ne parlava neanche, avrei giocato anche con un occhio bendato, e così fu. Giusto per ammirare Recoba segnare da centrocampo».
RICORDI IN MAGLIA BIANCA – «Credo che lo Spezia in A abbia rappresentato tanto per la gente, ma penso anche che La Partita del Secolo, quella che mai potranno dimenticare, fu quella col Genoa del 6 aprile del 2006. Vincemmo insieme al pubblico, ai tifosi, ad uno stadio, cose da brividi. Oppure lo spareggio a Verona del play out; una squadra che per tutta la settimana si era preparata 3-5-2, con Scarlato a destra, io centrale e Pecorari a sinistra. Ma noi non eravamo convinti, così dopo il fischio d’inizio ci mischiammo. Io andai a destra con Scarlato centrale e Giuliano e Nicola arretrati, a 5. Soda si accorse che qualcosa non andava, urlava, e noi facevamo finta di essere disturbati dal fragore dello stadio. Poi però la cosa funzionò».
DA BRESCIANO A MACCARONE PASSANDO PER GUIDETTI E COLOMBO – «Bresciano come Maccarone come Di Natale; allo Spezia il più astuto Guidetti, ma calcisticamente Corrado Colombo era unico».
LA PREVISIONE SU MAGGIORE E IL FUTURO DI BASTONI – «Ricordo qualche talento perdersi come Lodi. Credo che Bastoni invece possa, tra tutti, oggi fare il salto più in alto. Dissi che Maggiore avrebbe fatto la A con lo Spezia da spezzino, ci credevo».
