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Kovalenko: “All’Arechi sarà gara difficile: mi piacerebbe segnare di nuovo”

Il centrocampista ucraino in intervista ai colleghi de La Nazione parla del match di domani all’Arechi: “Il nostro gruppo è pieno di leader. Thiago Motta è una grande persona. Quando il nostro stadio è pieno è un piacere giocarci. Spezia città bellissima

Il suo gol vittoria nella gara d’andata è stato probabilmente il punto più alto nella stagione in corso di Kovalenko.

L’ucraino, in prestito secco dall’Atalanta, oltre alla rete da tre punti nel match d’andata ha fornito anche tre assist per le marcature dei compagni.

La sua rimane però una stagione altamente altalenante: basta prendere a esempio l’ultima gara con la Sampdoria dove con la sua sostituzione e l’inserimento di Agudelo lo Spezia ha cambiato passo.

La Salernitana rievoca però nel centrocampista dolci ricordi.

L’ucraino si è concesso in intervista al collega Fabio Bernardini de La Nazione.

LA GARA DI ANDATA –Il gol contro la Salernitana, nel match di andata al ‘Picco’, mi ha suscitato una grandissima emozione: indimenticabili la mia prima rete in Serie A e i tre punti fondamentali per la squadra, davanti al nostro pubblico“.

LA GARA DI LUNEDI’ SERA – All’Arechi sarà sicuramente una gara difficile, mi piacerebbe segnare nuovamente e aiutare la squadra a trovare nuovi punti pesanti. Chissà…. Per ora concentriamoci e prepariamo la gara al meglio, poi parlerà il campo“.

BILANCIO PERSONALE – “Sì, sono felice di essere riuscito a guadagnare spazio per giocare in un campionato così competitivo come la Serie A e in una squadra che ha tanti giovani talenti. Questa per me è la prima vera stagione in Italia visto le difficoltà che incontrai quando arrivai all’Atalanta lo scorso anno: lingua e abitudini differenti, ritmi di allenamento a cui non ero abituato e anche qualche problema fisico. Ora però mi sento bene, soddisfatto della scelta fatta, so di poter crescere“.

FASE DIFENSIVA – “Mi sento bene e sono pronto a giocare in qualsiasi ruolo il mister mi chieda, cercando di assolvere sempre nel modo giusto ogni compito. In Ucraina giocavo più avanzato, ma in Italia ho saputo adattarmi ad una posizione più arretrata e non mi crea problemi: l’importante è essere utile alla squadra e aiutarla a centrare la salvezza“.

GLI SPAZI GIUSTI – “In Serie A è quasi sempre difficile avere il tempo per pensare e giocare la palla come si vorrebbe perché, a differenza di altri campionati, ci sono spesso partite contro avversari molto aggressivi e gli spazi sono sempre ridotti anche a causa della grande attenzione verso la tattica. Personalmente cerco sempre di trovare lo spazio giusto per servire i miei compagni o fare l’inserimento vincente, ma in Serie A bisogna saper utilizzare sia la sciabola che il fioretto“.

GRUPPO SPEZIA – “È una squadra piena di ragazzi giovani, tutti bravi e simpatici. Non ho problemi a rapportarmi con loro perché parlo sia inglese che italiano, non sono uno che se ne sta per i fatti suoi nello spogliatoio, so scherzare e fare battute“.

LEADER SPEZIA – In Ucraina sono cresciuto e ho iniziato la mia carriera, fino a toccare vette davvero importanti in una squadra che ha fatto la storia del calcio ucraino e che ha saputo affermarsi anche in Europa. Però non mi sento un leader per ciò che ho fatto in passato, un leader si vede da quello che fa ogni giorno. Credo che tutta la nostra squadra sia composta da leader nel loro campo, ognuno con le proprie peculiarità“.

THIAGO MOTTA – “È una grande persona, che chiede di dare tutto in campo, senza mai risparmiarsi, a prescindere dall’età, dal ruolo o dalla carriera. C’è un ottimo rapporto tra il mister e il gruppo, lo si vede anche dai risultati. Il suo spronarci ogni giorno a dare il massimo è molto importante, specialmente in una squadra con l’età media bassa come la nostra“.

PUBBLICO DEL PICCO – Mi piace questa città, le persone che ci abitano e, naturalmente, i tifosi. Quando il nostro stadio è pieno, è un piacere giocarci, pertanto spero che, da qui alla fine, ogni partita possa vedere sugli spalti sempre più tifosi delle Aquile, anche perché il loro supporto è determinante“.

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