Tre giocatori che vedono poco il campo e per cui potrebbe essere opportuno andare a giocare con continuità
Ci sono nella rosa dello Spezia alcuni elementi che sono un po’ usciti dalle gerarchie e dalle turnazioni di mister Thiago Motta.
Tra questi ovviamente vi è Aurelién Nguiamba che, arrivato in regime di svincolo, non ha mai convinto il tecnico italo brasiliano.
Solo uno spezzone di partita, per altro con una prestazione tutt’altro che sufficiente, nel secondo tempo in Coppa Italia contro il Lecce e qualche panchina in campionato per lui.
Ora oltre all’interessamento del SonderjyskE per il franco-camerunense arrivano anche quelli di Como e Brescia dal campionato di Serie B.
Il caso di Eddie Salcedo: può indossare solo tre maglie in stagione
Non è però l’unico giocatore che avrebbero bisogno di maggior minutaggio.
Uno di questi è sicuramente Eddie Salcedo che non viene convocato da tre partite e ha finora giocato appena 9 match.
Lo Spezia vorrebbe tenerlo anche perché per lui le opzioni, oltre alla permanenza in bianco, sono soltanto due: o l’Inter o il Genoa (LEGGI QUI).
Strelec, dopo il gol alla Salernitana il buio
Sempre in attacco è un po’ finito fuori dai radar David Strelec: lo slovacco si è un po’ perso dopo lo splendido gol segnato nella gara contro la Salernitana al “Picco“.
Certo veniva spesso e volentieri utilizzato fuori ruolo come esterno d’attacco o terzino destro nel 3-5-2, lui che è un centravanti.
Sul giocatore c’è l’interesse di qualche club di Serie B.
Il talentino del futuro
Infine ecco Aimar Sher il talentino svedese di origine iraniana che per Thiago Motta è ancora troppo acerbo per la Serie A, ma che secondo Pecini in futuro darà grandi soddisfazioni allo Spezia.
Il regista è stato utilizzato con il contagocce e in quel ruolo sono spesso stati preferiti difensori quali Kiwior, Sala o Salva Ferrer visto il perdurare dell’assenza di Leo Sena e il “caso” Bourabia.
Sher per trovare minutaggio potrebbe trasferirsi al SonderjyskE in Danimarca, altra formazione di proprietà della famiglia Platek.
