L’ex calciatore del Napoli di Maradona, che militò anche in Liguria per una stagione, svela qualche aneddoto accaduto durante la sua militanza con i partenopei
Parole forti quelle di Pietro Puzone, considerata una promessa mai sbocciata del Napoli di Maradona, che militò anche nello Spezia nella stagione 1988/1989 (10 presenze). Dopo il ritiro a 27 anni, per Puzone è iniziata una parabola discendente che lo ha portato a diventare un clochard. Il Fatto Quotidiano ha ripercorso la sua storia, fatta anche di “scorribande, donne e droga”, del ragazzo cresciuto ad Acerra fra malavita e povertà, ma ritrovatosi al fianco di Maradona, con cui legò molto.
SU MARADONA. “Ho avuto la fortuna di incontrare il più grande giocatore di tutti i tempi. Diventammo amici intimi amici, ci univano le origini comuni: Diego dalla bidonville di Villa Fiorito, io dal “Congo ”, come viene appellato ad Acerra il Rione Gescal”.
SUL GIOCATORE. “La mia testa toglila di mezzo, ma dal collo ai piedi ero il secondo Maradona a Napoli. Potevo fare molto di più”.
GLI ANEDDOTI. “Diego doveva andare a Roma, andammo al Gilda, il locale dei vip e prendemmo un privé. Fu la prima volta che tirai cocaina. Rientrammo il giorno dopo in albergo”.
SU HEATHER PARISI. Maradona andò a mangiare pasta e fagioli a casa Puzone con Heather Parisi. “Maradona è stato bello e caro, ma mi ha rovinato la vita. Maradona è Maradona, io sono Puzone, non sono lui che è in grado di coprire tutti gli sbagli che ha fatto”.
SULLA MORTE. “Io ho giocato in Serie A e stavo morendo per queste cazzate. La mia sfortuna era che avevo il soldo addosso”.
