Il presidente della Figc vorrebbe il passaggio da 20 a 18 squadre ma le società temono per i mancati ricavi
Il calcio italiano è incerta della soluzione per avere un sistema più sostenibile, ma che, allo stesso tempo, garantisca un elevato tasso di sostenibilità. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è da tempo al lavoro a un progetto per rilanciate un movimento che della pandemia è uscito con le ossa rotta, ma che vede in anni di cattiva gestione la rione principale delle proprie difficoltà. La voglia di cambiare c’è d parte di (quasi) tutti, ma modi e tempi di intervento restano i nodi da sciogliere.
Gravina studia la rivoluzione per il calcio italiano
Come riferisce la Gazzetta dello Sport, ieri si sono ritrovati l’ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo, il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, quello della Lega Serie B, Mauro Balata, della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia e il numero uno dell’Assoallenatori, Renzo Ulivieri. Gravina spinge per la riduzione delle squadre di Serie A, ma i club nicchiano temendo conseguenze a livello di ricavi. Pur restando un torneo a 20 squadre, quindi, potrebbero cambiare alcuni parametri necessari per la partecipazione, da quelli economici al seguito che un club ha in termini di tifosi. Martedì potrebbe essere una giornata importante in questo senso e anche per i campionato di Serie B e C potrebbero ricevere delle novità: in quella data, infatti, durante il Consiglio federale, Gravina renderà noto il suo piano per la riforma e successivamente l’Assemblea federale discuterà la bozza del presidente e di possibili modifiche alle norme dello Statuto che possano poi facilitare la riforma stessa. La Serie B potrebbe vedere ritoccato il numero di promozioni e retrocessioni, ma c’è anche Cho sostiene l’ipotesi dell’introduzione di una Serie B1 e B2 verticali e due gironi di C.