Il centrocampista dello Spezia ha parlato alla “Giovane Italia” dei suoi inizi da calciatore, del suo percorso di crescita e di alcuni ex compagni rossoneri
Sta impressionando per il rendimento in questo suo primo campionato di Serie A Tommaso Pobega. Già tre gol all’attivo con la maglia dello Spezia in 14 partite. Niente male per un debuttante classe ’99. Una crescita costante quella della mezzala di scuola Milan passato in tre stagioni dalla Serie C con la Ternana, a un campionato da protagonista in massima serie con le Aquile di Italiano inframezzato dal passaggio in Serie B con i “ramarri” del Pordenone.
Il centrocampista è intervenuto ieri al programma “La Giovane Italia”, queste alcune delle sue dichiarazioni:
ARRIVO AL MILAN – “Mi ricordo benissimo l’emozione quando sono arrivato al Milan. I miei genitori e mio fratello non sono mai stati troppo assillanti. Nei primi colloqui fatti con lo staff del Milan non ero neanche presente perchè i miei genitori volevano tutelarmi. Mi avevano quasi tenuto nascosto l’approdo al Milan per non crearmi aspettative”.
PERCORSO DI CRESCITA – “E’ difficile il percorso di crescita e le aspettative sui giocatori. Il salto è grosso dalla Primavera alla Prima Squadra. Se si fa subito bene sotto età si pensa subito a portare in prima squadra, ma magari non si è totalmente pronti. Nelle prime esperienze professionistiche ho capito quanto fosse diversa l’esperienza, anche soltanto parlando dell’importanza del recupero palla. Al Milan ci è sempre stato insegnato che l’obiettivo andava raggiunto, si poteva raggiungere anche con alcuni inciampi, ma andava raggiunto. Ho capito che è giusto fare il percorso adatto, che non serve per forza saltare la categoria ma che se un determinato percorso mi può portare al risultato, allora va seguito”
EX COMPAGNI ROSSONERI – “Su Locatelli ci sono state tante aspettative, ma perché era partito benissimo e allora bisognava tentare una sorta di percorso che saltasse le categorie. All’inizio ha fatto benissimo e poi, come è normale che sia, è un po’ calato. Sui ragazzi del settore giovanile ci sono sempre i discorsi ‘bravo sì, ma..”. All’inizio a Calabria arrivarono tante lodi, poi critiche, ma alla fine ognuno ha il suo percorso”.