Tanto di Spezia-Verona si deciderà dalla panchina e dal credo tattico di due allenatori rivelazione di queste prime giornate del campionato di Serie A
Vincenzo Italiano e Ivan Juric, la sfida del “Picco” tra Spezia e Verona passa anche da loro due, dal loro credo calcistico e dalle loro idee tattiche.
E del resto anche il Direttore Generale dello Spezia Meluso li ha inquadrati così: “Hanno similitudini, ma sono diversi.”
Uno un regista dal gol facile, l’altro una mezzala di grande aggressività
Similitudini che si intravedevano già da giocatori, ma con alcune differenze sostanziali.
Italiano agiva come play-maker davanti alla difesa. Dotato di calcio lungo e preciso, possedeva un gran tiro dalla distanza ed era anche abile rigorista.
Il gol da fuori area una delle sue peculiarità oltre alla visione di gioco e alla capacità di dettare il ritmo a cui aggiungeva discreto dinamismo e capacità nei contrasti. In carriera ha realizzato una cinquantina di reti in tutte le categorie.
Fin da ragazzo si ispirava a Demetrio Albertini, in seguito ammirò Andrea Pirlo.
Juric era un interno di centrocampo sicuramente molto più fisico di Italiano. La sua dote principale era la grande aggressività e il pressing forsennato che portava agli avversari. Dotato anche di una buona capacità negli inserimenti, discreta la visione di gioco.
Italiano ha fatto tutta la gavetta da giocatore anche se in maniera precocissima: ha debuttato in serie D a 15 anni, in C1 a 16 e in A a 19 appena compiuti. Juric dopo il Settore Giovanile nell’Hajduk Spalato ha debuttato in Prima Squadra per poi passare al Siviglia in Liga e in seguito a Crotone e Genoa in Italia.
Similitudini nel percorso da allenatore
Simile al percorso da calciatore quello da allenatore. Per Italiano debutto in Serie D con l’Arzignano Valchiampo e campionato vinto, Trapani in Lega Pro con vittoria del campionato, Spezia con B con vittoria ai Play-Off e ora la Serie A con le Aquile. Il tecnico croato ha esordito in Lega Pro con il Mantova, in seguito B con il Crotone salendo in A, poi Serie A con Genoa e Verona.
Il credo tattico
Entrambi sono due allenatori a cui piace “comandare” il gioco cercando di imporre la propria filosofia tattica contro ogni avversario.
Il modulo di Italiano è un 4-3-3 con una difesa molto alta, i terzini che si sovrappongono agli esterni d’attacco e le mezzali che si inseriscono negli spazi liberati dal lavoro svolto o dagli esterni o dal centravanti che funziona quasi come un regista offensivo venendo incontro alla sfera, ma che è anche in grado di finalizzare il lavoro dei compagni e di far salire la squadra quando il pallone viene rilanciato lungo.
Le caratteristiche del gioco di Juric raccontano invece molto dello Juric calciatore e dei suoi inizi da allenatore al Genoa dove fu influenzato da Gian Piero Gasperini. Pressing forsennato e tantissima aggressività, un gioco che può essere sorretto solo da una grande condizione atletica. La base di partenza è la difesa a tre, poi si può variare: 3 – 4 – 3 o come gioca ultimamente il Verona 3-4-2-1. L’attaccante centrale pressa fin da inizio azione i centrali difensivi avversari. Gli esterni alti o i due trequartisti spingono molto e si inseriscono negli spazi sapendo però lavorare molto bene in fase difensiva.
Entrambi gli allenatori adottano una marcatura a uomo.
Insomma tanto di Spezia-Verona passerà dai due allenatori, due tecnici rivelazione di questo campionato di Serie A sostanzialmente simili, ma con molte differenze.