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Ghio: “In Serie A ci stiamo benissimo, che orgoglio!”

Veterinario e scrittore, ma soprattutto un grande tifoso dello Spezia. “Lo spirito dei gradoni della Curva Ferrovia mi ha pervaso totalmente. Italiano un grande, quasi quanto Barbieri che ci ha regalato lo Scudetto!”

Torna, con cadenza settimanale, l’Angolo del Tifoso, la rubrica di Calcio Spezia in cui i protagonisti siete voi.

Oggi “tocca” a Nicola Ghio, veterinario, presidente dell’Ordine dei Veterinari, scrittore, ma soprattutto grandissimo tifoso dello Spezia.

Nicola, al pari di tanti altri supporters aquilotti, sta aspettando in trepida attesa il ritorno al “Picco” delle Aquile e la possibilità di accedere alla manifestazioni sportive così da portere scaldare ancora una volta i gradoni della “Curva Ferrovia“, per lui ormai una sorta di seconda casa.

Primo tempo dominato a Cagliari, ma è arrivato un pareggio all’ultimo tuffo. Soddisfatto?

Soddisfatto dall’atteggiamento, dell’approccio alla partita, del carattere dimostrato. Il primo tempo è stato un dominio assoluto e lo 0-1 forse andava perfino stretto. Nel secondo hanno prevalso le loro individualità, che sono notevoli. Ma, nonostante le loro occasioni, il possesso palla parla chiaramente di che partita è stata, quindi la sconfitta sarebbe stata un’ingiustizia enorme. Per come s’era messa, e per la caratura del Cagliari, un punto va bene. Sono i 2 punti persi col Parma che mi bruciano ancora adesso.

Cosa ne pensi di questo Spezia in Serie A?
Credo che il mio pensiero si riassuma in un semplice aggettivo: orgoglioso. Sì, sono davvero orgoglioso di questa squadra, di questi ragazzi, di questo allenatore. La debacle era dietro l’angolo: ultimi arrivati con un’inezia di tempo per allestire una squadra con le briciole lasciate dagli altri e senza budget faraonici e per amalgamare i nuovi ai vecchi così da presentarsi in modo decente ai nastri di  partenza, giocando le prime partite di campionato nei tempi in cui di solito si giocano le prime amichevoli estive. A questo si doveva aggiungere il fatto che tutto l’ambiente, dalla società, all’allenatore, a molti atleti, fossero un assoluto esordiente della categoria, a parte giocatori che si contano sulle dita di una mano. Insomma ci voleva poco a dar ragione agli “esperti” che ci davano già retrocessi ancor prima di giocare. E, invece, nessuno si è adagiato sulle difficoltà e l’atteggiamento è stato sorprendente: nessun pullman parcheggiato davanti alla porta, neppure con la Juve, tanto coraggio, un gioco offensivo e mai difensivo a prescindere come ci si aspetterebbe dalla piccola neopromossa impaurita. Non faccio fatica a dire che attualmente lo Spezia sia una delle squadre più belle da veder giocare in A. In Serie A ci stiamo benissimo!”
Come sei diventato tifoso dello Spezia?
Devo ammettere di non essere un tifoso del primo momento, sono diventato tifoso un po’ tardi. All’inizio, quando ero un pallido tifoso di calcio in generale, lo Spezia era la squadra della mia città di cui controllare il risultato sul giornale senza troppo interesse, se mi ricordavo. Con gli anni ’90 (io sono del ’75) le cose sono cambiate: mi sono appassionato al gioco in generale e dopo qualche anno è arrivato anche lo Spezia. Galeotti mio cugino Simone, le domeniche in cui trovare qualcosa da fare e quella volta in cui riuscì a convincermi a seguirlo al Picco. Da allora nulla è stato come prima. Lo spirito di quei gradoni mi ha pervaso completamente e non mi ha lasciato più.
Apri l’album dei ricordi. La prima partita allo stadio e quella a cui sei più legato e, infine, il giocatore che ti ha fatto impazzire?
Prima partita in una stanca domenica invernale, convinto da mio cugino Simone a seguirlo a vedere uno Spezia-Leffe di Serie C. Un noioso 0-0, ma è scattata lo stesso la scintilla e l’amore eterno. Da allora gli abbonamenti si sono succeduti quasi con regolarità. Sono molto legato a 4 partite: le due con l’Alessandria giocate sotto il diluvio, quella del 95/96, con la doppietta di Ghirardello nel finale, e quella del 99/00, Zaniolo-Carlet e Rubini che para il rigore nel finale, soprattutto perché io non porto mai un ombrello allo stadio, per cui le ho vissute in modo molto “fisico”, posso dire fino alle ossa (più o meno dove arrivò l’acqua in quei giorni); poi il 4-1 al Milan in amichevole, con tutta la festa che ha rappresentato e io che sono sceso per la prima volta sul campo del Picco a fine partita e, sicuramente, Spezia-Juve 1-1, per la risposta di tifo e città e la vittoria che avremmo meritato. Quanto ai giocatori io mi affeziono spesso ad atleti insoliti, che magari non arrivano subito o che dopo un po’ si perdono (ho tifato Pandev e Gagliardini, ma ho avuto predilezioni anche per Do Prado, Ebagua e difeso Gilardino). Ora, per esempio, tifo Mora dal primo giorno in cui ha vestito la maglia bianca. Ma se devo rappresentare un Gotha ci metto senza dubbio Guidetti (le spiegazioni non servono), Pisano (un carattere spaventoso, arrivato in sordina andato via in trionfo) e Ponzo (semplicemente il prototipo del professionista e dell’Uomo).”
Italiano è il miglior allenatore mai avuto dallo Spezia o te ne ricordi altri?
Non sono partito col piede giusto con lui, ammetto di avergli dato diversi appellativi poco simpatici all’inizio e di aver quasi sperato nell’esonero. Ma poi mi son dovuto cospargere il capo di cenere perché ha dimostrato tutta la sua grandezza e continua a farlo ogni partita, nonostante le assenze, nonostante la grandezza degli avversari. Il suo Spezia gioca proprio bene anche perché sembra un gruppo unico, dove tutti remano nella stessa direzione, sia chi c’era già che chi si è dovuto aggiungere dopo. E questo è merito senza dubbio del manico. Uno dei più grandi in assoluto, per i risultati storici ottenuti. In quanto a gioco espresso, però, non posso dimenticare Mandorlini e Bjelica, due degli Spezia più belli che abbia visto giocare. Infine permettimi di citare qualcuno che è andato oltre tutti loro: quell’Ottavio Barbieri che a Spezia ha regalato lo Scudetto.”
Il prossimo avversario sarà la Lazio. Che partita ti aspetti?
Partita tosta, dura. La Lazio è forte, ma anche imprevedibile: ha un organico di primissimo ordine con cui può vincere qualsiasi partita, ma a volte si perde e prende strane imbarcate. Io, però, quest’anno ho imparato a non aver paura di nessuna squadra con questo Spezia. Sono già sicuro che Italiano non giocherà una partita attendista e difensiva, ma propositiva come sempre. E poi sarà quel che sarà. Di sicuro non sono queste le partite fondamentali per la nostra salvezza, ma sono quelle che possono aumentare morale ed autostima.
sui
Siamo ai saluti…
Allora saluti tutti con un “Forza Aquile!” e un ringraziamento per tutto quello che ci stanno facendo vivere, nell’attesa di poter tornare a tifarli direttamente dai gradoni del Picco!
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