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Dalla “City” a Bèrghem un ex aquilotto ha fatto grande l’Atalanta

L’Amministratore Delegato della “Dea” è l’ex giocatore dello Spezia Calcio Luca Percassi

Sabato a Cesena si giocherà Spezia-Atalanta, una partita sicuramente importantissima a livello di Serie A. Ma anche dalle tante sfumature.

Ad esempio una sfida tra due tecnici, Gasperini e Italiano, che fanno del gioco propositivo il loro marchio di fabbrica. Due allenatori che hanno fatto la gavetta e che ora si stanno prendendo meritatamente le luci dei riflettori. Uno affermato, l’altro emergente.

Sarà anche una sfida tra molti ex come Pessina e Piccoli, o Mattiello e Piccini.

L’ex che forse non ti aspetti è però il CEO dell’Atalanta, all’anagrafe Luca Percassi, quarant’anni compiuti ad agosto.

E’ colui che grazie ad una gestione oculata e intuizioni geniali sul mercato ha portato l’Atalanta a sfidare le grandi di Champions League come il Liverpool che la “Dea” affronterà proprio dopo lo Spezia.

Percassi ha però un passato da calciatore che forse non tutti rammentano, cresciuto ovviamente nella squadra di Bergamo.

Di ruolo era un arcigno difensore centrale che, all’occorenza, sapeva disimpegnarsi anche come terzino destro. Giovanissimo, a 17 anni, viene “spedito” in Inghilterra al Chelsea insieme alla promessa del vivaio atalantino Samuele Dalla Bona.

La “City” di Vialli&Zola e di un giovane Terry

Era il 1998 e quello era il Chelsea del “player-manager” Luca Vialli, quello con la scritta “Coors” sulla maglia blu, quello che, insomma, iniziava a far entrare costantemente nelle case degli italiani la Premier League.

In campo quello era il Chelsa di “The Magic Box“, all’anagrafe Gianfranco Zola, in una rosa in cui trovava posto anche un giovane di belle speranze come John Terry, lanciato in prima squadra in quella stagione proprio da Vialli.

“Quando arrivai in ritiro” – ha raccontato Percassi all’Eco di Bergamo – “il 13 luglio 1998, il giorno prima c’era stata la finalissima del Mondiale tra Francia e Brasile, e sostituii Desailly e Leboeuf mentre stavano in vacanza. Giocavo insieme a Terry nella seconda squadra, al lunedì. Lui è un esempio di come in Inghilterra si vive il calcio. Prima della partita, si riempiva di cioccolato e coca cola. Io lo guardavo e pensavo che sarebbe entrato in campo rischiando di morire, invece andava a mille”.

Solo due presenze in Prima Squadra e quasi sempre in campo con la formazione riserve. Due anni dopo la cessione appare inevitabile.

Accetta la corte del Monza in Serie B, campionato difficile che vedrà i brianzoli retrocedere nonostante in avanti vi sia un attaccante come Marco Branca. Dieci presenze con la maglia del Monza e poi via verso una nuova avventura.

La parentesi in Riva al Golfo

Forse non tutti se lo ricorderanno, ma Percassi venne accolto in rosa proprio dallo Spezia Calcio che a quei tempi militava in Serie C1. Anche in questo caso bottino magro per lui: cinque presenze in due stagioni in riva al Golfo inframezzate da altre due presenze in prestito alla Virtus Ciserano Bergamo.

Al termine della seconda annata in maglia bianca Percassi decide di appendere gli scarpini al chiodo a soli 24 anni.

Bergamo, l’Atalanta e la strada giusta che porta alla Champions

Rientra in azienda in famiglia e a 30 anni entra nell’Atalanta, questa volta con le vesti del dirigente. Eh sì perchè il padre è Antonio Percassi, ex difensore dell’Atalanta con 110 presenze all’attivo in nero azzurro, ora presidente e proprietario della società nero azzurra nonché imprenditore di successo.

Basti pensare che nel 2020 occupa il 36º posto della lista delle persone più ricche d’Italia secondo Forbes con un patrimonio sitmato di 1 miliardo di dollari.

Luca trova così la sua stradra: sotto la sua guida la “Dea” inizia un decennio importantissimo scalando i vertici del calcio nazionale e imponendosi anche in quello Europeo disputando da ben due anni consecutivi la Champions League non limitandosi alla comparsa, ma da vera e propria protagonista.

Sicuramente per Luca la partita di sabato a Cesena avrà un sapore speciale.

Luca Percassi e l’Atalanta, lieto fine di una favola con una “spruzzata” di Spezia nella sua storia.

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