L’ex direttore sportivo dello Spezia commenta il momento del calcio italiano per quanto concerne le giovani leve
In una lunga intervista al Foglio Sportivo, l’ex direttore sportivo dello Spezia Riccardo Pecini affronta il tema delle seconde squadre e dei settori giovanili.
SUI SETTORI GIOVANILI. “In Italia lavorano bene, quelli virtuosi sono ad esempio Inter, Atalanta, Empoli, Torino e Genoa. Andrebbe invece cambiato il sistema che accompagna i giovani alla prima squadra. Spesso un ragazzo proveniente da una Primavera di Milan, Juventus e Inter, non è pronto per i top club. Le seconde squadre dovrebbero diventare uno step fondamentale perché darebbe il tempo al giocatore di fare il percorso nei tempi corretti. Oggi invece c’è il prestito, poi un altro e via dicendo”.
SU FALCONE. “Lo presi alla Samp a 14 anni. Era un prospetto di livello, lo abbiamo dato in prestito in giro per l’Italia. Ma spesso, a metà stagione, veniva cambiato allenatore si perdevano stagioni. La Sampdoria ci credeva moltissimo e lui ha fatto benissimo, ora è titolare ma ha 27 anni”.
SULLA JUVENTUS. “Sulle seconde squadre la Juventus ha tracciato la strada qualche anno fa dimostrandosi avanti dal punto di vi-sta progettuale. Fagioli, Miretti, Iling e Soulé ne sono gli esempi”.
SULLA SCELTA DEGLI STRANIERI. “Nei club in cui ho lavorato fino a oggi è stato più facile agire così. Non solo per un discorso economico, è stato più semplice andare a prendere un giocatore pronto che crescerne uno in casa. In Liguria non ci sono le possibilità che ci sono in altre parti d’Italia: un milione e mezzo di abitanti, mancano strutture e c’è il Genoa che lavora bene”.