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Luca Gotti si presenta: “Spezia società con passione e appartenenza. Qui c’è il dodicesimo uomo”

E’ terminata pochi minuti fa la prima conferenza stampa di Luca Gotti da nuovo allenatore dello Spezia. Qui le sue parole.

Si è conclusa pochi istanti fa la conferenza stampa di presentazione di Luca Gotti, svoltasi nella sala stampa “Cappellazzi” all’interno del centro sportivo Ferdeghini.

A prendere la parola per primo è stato il Ds aquilotto Riccardo Pecini che ha parlato della decisione di puntare sul tecnico di Adria: “Siamo qui per presentare il nuovo allenatore dello Spezia, una scelta ponderata. Abbiamo parlato tantissimo, siamo sicuri di aver trovato la persona giusta per il nostro progetto sportivo e per quello che è l’ambiente Spezia. Per noi è importante avere la persona giusta anche in relazione all’ambiente”.

Ecco, a seguire, le dichiarazioni di Luca Gotti:

LA SCELTA DI APPRODARE ALLO SPEZIA – “Fortunatamente avevo alternative ma c’è stato un aspetto determinante: gli altri club mi stavano valutando insieme ad altri profili. Lo Spezia, invece, ho avuto la sensazione che cercasse solo me sia per l’allenatore sia per la persona, e questo ha inciso al di là di ogni aspetto economico. La trattativa economica è durata tre minuti. Mi hanno chiesto le mie idee, senza procuratori e intermediari, come persone normali”.

LA ROSA A DISPOSIZIONE – “È una rosa anomala, il percorso che ha avuto questa squadra è particolare. È una squadra giovane, con poca esperienza globale in Serie A. Tuttavia ci sono giovani estremamente interessanti, con grandi margini di miglioramento. Può essere che qualche giocatore che nelle stagioni precedenti si è rivelato importante decida di lasciare, ma da parte del club c’è la volontà di rimpiazzare nel miglior modo possibile le partenze e di intervenire laddove ci sono delle lacune”.

CHI E’ IL NUOVO MISTER- “Una persona molto semplice, un campagnolo, figlio di un operaio e di una casalinga. Una persona che ha costruito i propri gradini uno dietro l’altro. Io avevo intrapreso un percorso da allenatore poi interrotto per fare il collaboratore, ruolo che mi piaceva molto poiché non prevedeva dell’extra campo, che digerisco con più difficoltà. Ero molto contento di fare il vice. In seguito si sono verificate alcune situazioni ed ora sono in prima linea”.

LO SPEZIA DI GOTTI – “Lo Spezia non è di Gotti. È un club con grande integrazione, con passione e con appartenenza. Molto dipenderà dalle caratteristiche dei giocatori, proverò a metterli nelle migliori condizioni. Ho idee chiare. Voglio che i giocatori sappiano cosa fare; io sono per l’impegno, un dogma che non può mancare in un lavoro così bello. Il talento sprecato non lo sopporto così come chi non dà tutto quello che ha”.

L’ESPERIENZA A UDINE ED IL POSSIBILE MERCATO CHIUSO – “Ogni percorso ci aiuta se sappiamo far tesoro delle esperienze e il nostro compito è fare in modo di crescere. Udine mi ha dato spunti di riflessione e mi ha migliorato. La possibilità di venire a La Spezia con il mercato chiuso non mi ha mai spaventato perché questo è un gruppo che si è salvato con entusiasmo e si sarebbe potuto lavorare in modo positivo anche con il blocco delle trattative. I problemi, al massimo, potevano derivare dalla finestra di mercato successiva, quelle per aggiustare la rosa. Quest’anno ci saranno due campionati: è piacevole partire con una rosa composta da molti giocatori che si conoscono già”.

NZOLA ATTACCANTE GIUSTO PER IL GIOCO DI GOTTI – “Assolutamente sì, ma uso il condizionale. Mi è piaciuto tantissimo due anni fa, da fuori fai sempre fatica a capire il perché succedano certe cose. Lo scorso anno ha avuto meno spazio, con meno soddisfazioni. Secondo me sarà un vero e proprio acquisto. Poi quando cambia un allenatore le gerarchie si azzerano e tutti hanno le solite opportunità. Nzola, come gli altri, dovrà mettersi in condizione di meritare la fiducia mia e del gruppo. A me piace molto, ma giorno per giorno vedremo cosa succederà”.

IL MODULO, ANTISTE E STRELEC – “Non sono un integralista del sistema di gioco, ho sempre ritenuto che i giocatori debbano essere messi nella miglior condizione per esprimere al meglio la propria potenzialità. Ho rivisto le partite e mi sono fatto la mia idea. I difensori e gli esterni a disposizione mi fanno pensare ad una difesa a tre, con quinti di un certo tipo, poi capiremo se quinti o quarti. Sono aperto mentalmente, valuto i singoli e vedremo se saranno a loro agio. Per Strelec e Antiste vale il discorso di Nzola, davanti secondo me lo Spezia è attrezzato. Ha giocatori diversi, che possono integrarsi. Loro due sono fra quelli con grandi margini di miglioramento e su cui sia io che il club puntiamo”.

IL TIFO AQUILOTTO – “Il “dodicesimo uomo” l’ho avvertito quando sono venuto a giocare qui a La Spezia. Il dodicesimo uomo qui c’è. È una componente importante, lo è stata in queste annate e penso lo sarà anche nel nostro percorso”.

CONTATTI CON GIOCATORI DELL’UDINESE – “No, assolutamente. Sono rimasto sorpreso nel leggere alcuni articoli che parlavano dello Spezia alla ricerca di giocatori mai contattati. Però mai dire mai, magari si innesca una scintilla. Per ora non è successo nulla”.

GLI OBIETTIVI – “Tutti noi abbiamo l’ambizione di migliorarci, di fare qualcosa in più. L’ottica deve essere quella del miglioramento. La bellezza della Serie A è la sua difficoltà. Se l’epilogo sarà quello degli ultimi due campionati, ben vengano le previsioni che ci danno retrocessi”.

L’IDENTITA’ DI GIOCO – “Avere un’idea è importante. Poi, ad esempio, il 3-5-2 della Lazio non è quello dell’Inter o dell’Udinese, ci sono le caratteristiche e gli obiettivi. Il sistema di gioco, nella mia idea di calcio, è un’espressione numerica che serve per capirci ma la plasticità con cui la domenica andiamo ad affrontare gli avversari fa in modo che tante volte non abbia senso questa espressione numerica. Se in un 4-3-3 ho un terzino alto e uno no magari difendo più di una squadra con tre centrali”.

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