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Qui Venezia, mister Zanetti: “Abbiamo il dovere di credere nella salvezza. Con Henry tutto ok”

A pochi giorni dalla sfida salvezza con lo Spezia, il tecnico dei lagunari ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport.

Siamo ufficialmente entrati nella settimana che porterà all’attesissima sfida salvezza Spezia-Venezia.

Il Venezia, reduce da un periodo poco felice, sbarcherà in Liguria con l’obiettivo di ottenere punti salvezza. A tracciare un bilancio sul club arancioneroverde ci ha pensato il tecnico Paolo Zanetti nel corso di una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport.

Il trainer dei lagunari ha affrontato diverse tematiche tra cui il crollo avuto dai suoi dopo una prima parte di stagione di tutto rispetto ed il litigio con Henry in occasione della sfida con la Sampdoria. Ecco, di seguito, le parole di Zanetti:

IL CROLLO – “Abbiamo perso un po’ di autostima, per vari motivi. Dopo la gara persa col Verona in vantaggio per 3-0, è successo qualcosa nella testa dei giocatori. Poi abbiamo incontrato le prime della classe in otto partite. Non fare risultati ci ha fatto perdere sicurezza nella testa e un po’ nella nostra filosofia. Questa crisi è sfociata in una marea di errori individuali che spesso hanno compromesso gli andamenti della partite, avendo anche poca forza per ribaltare le situazioni. E’ subentrata la paura, a volte abbiamo recuperato, parlo del pari con la Juve e il successo col Toro. Ma per il resto abbiamo pagato. Ora, prima di tutto dobbiamo lottare contro i nostri fantasmi perché nella prima parte di stagione abbiamo dimostrato che valiamo la categoria. Siamo sempre stati inseguiti, ora siamo inseguitori. Dobbiamo ricreare l’entusiasmo anche nella nostra gente e per riuscirci servono prestazioni importanti”.

LA SALVEZZA – “Ci crederò sempre. Per carattere non sono uno che molla e sarò l’ultimo ad abbandonare questa nave. Ma son sicuro che scenderò da questa nave con la bandiera in mano come l’anno scorso quando pochi pensavano che saremmo arrivati in A. Ci credo e credo nei miei giocatori. E’ chiaro che dobbiamo ritirare fuori tutte le nostre risorse. Vedo squadre che sono nella nostra condizione e ci credono. Abbiamo il dovere di crederci anche noi: non è un frase fatta, abbiamo le qualità per farlo. All’andata abbiamo fatto un lavoro straordinario e possiamo continuare a coltivare il sogno della A che abbiamo conquistato”.

LA PAURA – “Abbiamo un problema di paura nel momento in cui entriamo in campo. La settimana della Samp avevo visto la squadra carica, avevamo lavorato molto bene. Ma quando iniziamo la gare ecco la paura che ti fa sbagliare. La dobbiamo cancellare. Abbiamo le capacità di arrivare un punto sopra la terzultima, mettendo in campo però il 110%, sennò diventiamo fragili e possiamo subire da tutti”.

LA SOSTA – “Da un lato avrei preferito giocare subito come reazione emotiva alla delusione della gara con la Samp. D’altra parte sì, la sosta ci ha fatto riordinare le idee. A bocce ferme si può riflettere, mettere a posto la parte fisica e mentale e rimetterci in corsa. A caldo magari vedi nero, ma siamo ancora in corsa e possiamo proiettarci nel futuro”.

LE SCELTE DI MERCATO – “Sono state fatte scelte di un certo tipo, date anche dalle opportunità. Sapevamo in partenza che ci sarebbero stati giocatori pronti solo per il finale, perché venivano da infortuni e da campionati diversi. Avevano bisogno di adattamento alla A e al nostro gioco. Son passati due-tre mesi, d’ora in poi spero che possano incidere come speravamo”.

IL GRUPPO – “Ora c’è bisogno dei giocatori più esperti, in certi momenti devono prendere per mano i più giovani che magari sono impauriti e hanno difficoltà. Bisogna ricordare che a parte Caldara e Nani nessuno ha fatto la A prima. Il progetto tecnico per quello che riguarda il futuro del Venezia è centrato, penso a Busio, Cuisance, Ampadu, Tessman e Johnsen, tutti di prospettiva. Nell’immediato ci vuole più carisma. Aramu, Vacca, Ceccaroni non avevano mai giocato in A ma sono il centro della nostra squadra e ora devono portarla in porto”.

IL LITIGIO CON HENRY – “Ci siamo sentiti subito la sera dopo il litigio e ci siamo scusati entrambi. Io per primo non ho dato un grande esempio, è fuori discussione. Ho sbagliato io fuori e lui in campo, quando lo avevo avvertito di non protestare perché rischiava il rosso e c’era lo Spezia alle porte. Ma tra noi c’è una stima di fondo altissima, come tra padre e figlio. L’errore che ho fatto è aver mostrato pubblicamente cose che succedono sempre nello spogliatoio. Ma è tutto a posto. E penso che questa storia possa aver mosso qualcosa nelle nostre anime, perché possiamo entrare in campo con una rabbia diversa e tenerci di più alla maglia che indossiamo”.

GLI SCONTRI DIRETTI – “Beh, all’andata abbiamo fatto punti con squadre più forti di noi. Ogni gara può portare punti. Gli scontri diretti saranno tosti, dobbiamo trovare una grande forza mentale per superare questi avversari. A fine stagione tireremo una riga e vedremo cosa ci siamo meritati, perché il campo è sempre il giudice supremo. La verità e che abbiamo tutto il tempo per decidere il nostro destino e fare la storia di questo club”.

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