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L’Editoriale – Basta critiche, questo è un mercato mai visto prima a Spezia

Tante incognite, ma è innegabile che la Società abbia operato tra mille difficoltà e con grande impegno ed esborso di denaro. Ora bisogna smettere i panni da direttori sportivi e tornate a tirar fuori la voce per sostenere la squadra della nostra città

Si è conclusa martedì scorso una sessione di mercato molto particolare per lo Spezia Calcio.

Una sessione in cui, in pratica, la squadra è stata ancora una volta stravolta rispetto alla precedente annata, ma a differenza di quanto succedeva in precedenza questa volta il mercato che Pecini ha portato a compimento ha consegnato alla Società di via Melara un vasto parco giocatori di proprietà.

Sono infatti state ben 21 le acquisizioni a titolo definitivo a cui si aggiungono altre due acquisizioni in prestito, ma con diritto di riscatto.

Soltanto tre i così detti “prestiti secchi“: un cambio di rotta incredibile rispetto anche solo alla scorsa sessione estiva quando Meluso acquisì quasi tutti i giocatori a titolo temporaneo.

Una strategia che si è rivelata efficace sul campo con la conquista di una salvezza incredibile, ma che ha provocato più di un problema nella composizione della rosa in questa sessione di mercato.

A questi problemi preventivati si sono poi aggiunti quelli del blocco dei trasferimenti per quattro sessioni imposto dalla FIFA per “l’affaire nigeriani“.

Pecini ha dovuto quindi prevedere il mercato tenendo conto anche di questo non semplice fattore.

Sono così arrivati molte acquisizioni di giocatori di proprietà e tantissimi ragazzi di grande prospettiva su cui lavorare nel medio/lungo periodo.

Esborso da record

Anche a livello economico c’è stato un esborso da record per il club aquilotto.

La cifra investita sul mercato supera abbondantemente i 20 milioni di euro.

Si va dal record di Antiste con i suoi 4,5 milioni ai 500.000 euro sborsati per Mraz.

Nel mezzo tantissime acquisizioni come quelle di Amian (3.2), Nikolaou (3), Strelec che con i bonus può arrivare a 2.2, Reca (2.5), Bourabia (1.8), Kiwior (1.8) Sher (1.2) e Podgoreanu (500.000).

Ecco poi i riscatti di Leo Sena (1.1) e Verde (600.000) e il prestito di Manaj (300.000) con un riscatto fissato a 1.5 milioni.

Hristov che non è costato in denaro, ma va considerato perchè in cambio è stato liberato lo staff dell’ex allenatore aquilotto: una quotazione in pratica di quasi 1 milione di euro.

Vanno poi aggiunti i costi dei prestiti di Colley, con diritto di riscatto, di Kovalenko in prestito secco dall’Atalanta e di Agudelo in prestito dal Genoa.

Ancora da aggiungere i vari giocatori acquisiti e poi girati in prestito.

Ecco quindi Ellertson (1) lasciato in prestito alla SPAL, Kornving (1) girato in prestito al Sonderjyske dove milita anche l’altro neo accquisto Holm, ma ancora anche Sanca dal Braga per 500.000 euro e Bozhanaj dall’Empoli entrambi girati al Casa Pia.

E ci limitiamo a questi nomi senza prendere in considerazione i tanti acquisti effettuati per la Primavera.

Facendo i conti si arriva in fretta intorno ai 28/30 milioni di euro: una cifra pazzesca e mai spesa prima per una sola sessione di mercato allo Spezia.

Da quando la Famiglia Platek si è insediata lo scorso febbraio in via Melara ecco oltre 25 milioni per l’acquisizione della Società, 15 milioni sborsati senza battere ciglio per sistemare la Curva Piscina dello stadio “Alberto Picco” e quasi 30 milioni per il mercato.

Quando si critica il mercato dello Spezia si dovrebbe pensare a questo genere di investimenti.

Le critiche mosse a Pecini

In molti hanno poi criticato il lavoro di Pecini tra l’altro facendo una distinzione assurda tra il suo precedente ruolo di Scout e quello attuale di Direttore Generale allo Spezia.

Oggettivamente basterebbe rileggersi, se non se ne fosse già al corrente, il curriculum sportivo di Pecini, le squadre in cui ha lavorato e, soprattutto, i talenti che ha scoperto per smetterla subito.

I vari Skriniar, Daamsgaard, Berbatov, Modric, ma anche lo stesso Mbappe, e tantissimi altri, quando li ha presi giovanissimi e portati in Italia, Inghilterra o Francia erano degli “Strelec qualunque” come fama internazionale.

Forse l’unica critica che si può muovere è che ci si aspettava, come da lui ammesso, un rinforzo d’esperienza per il reparto difensivo e uno per l’attacco.

Però l’ultimo giorno di mercato è sempre una giornata particolare e difficile vedi quello che è successo con la trattativa per Mattia Destro il cui fallimento non è di certo imputabile a Pecini.

Se questo non bastasse pensate all’ulteriore problematica del “cluster” Covid che ha colto lo Spezia in ritiro facendo svolgere sedute singole di lavoro e facendo saltare completamente le amichevoli alla squadra di Thiago Motta.

Fiducia, orgoglio e voce

In conclusione dalle parti di Spezia un mercato così non l’avevamo mai visto prima.

E’ ovvio che tutti sperano che questi giocatori, attualmente ai più sconosciuti, si rivelino delle scommesse vinte, ma bisogna anche dimostrare fiducia verso una dirigenza e una Società che ha operato tanto, spendendo moltissimo e tra mille difficoltà.

Forse molti si sono dimenticati delle domeniche a Pizzighettone, Casale, Pavia, i derby con la Sarzanese e quelli con la Carrarese.

Ora che abbiamo assaggiato la Serie A siete diventati tutti palati fini?

Bé, forse se vi aspettavate gente come Messi, CR7, Lukaku e compagnia è giusto che volgiate altrove il vostro sguardo.

Ora è il momento di essere orgogliosi di quanto fatto da questa Società in questi due anni di Serie A, un campionato che in precedenza era sempre stata solo un sogno per lo Spezia e gli spezzini.

Ora è il momento di smetterla di essere tutti direttori sportivi (e prossimamente allenatori), è il momento di tirare fuori la voce e sostenere i ragazzi: avanti Aquile, avanti Spezia!

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