L’ex ala dello Spezia non scende in campo da quel famoso 20 agosto che volle dire Serie A per le Aquile. Il modello rimane Ribey, la motivazione è alle stelle: siamo sicuri che un giocatore così in A non sarebbe servito alle Aquile?

La sua ultima partita giocata risale allo scorso 20 agosto, si proprio a quella gara contro il Frosinone che sancì l’incredibile e storica promozione in Serie A dello Spezia.

Ora Antonio Di Gaudio, dopo sei mesi di soli allenamenti, si è rimesso in gioco e ha accettato la corte dell’ambizioso Chievo Verona di mister Alfredo Aglietti.

Raggiunto dai microfoni de L’Arena, l’ala palermitana ha dunque raccontato la propria esperienza.

Talismano di promozioni dalla B alla A avendone conquistate quattro con Carpi, Parma, Hellas Verona e l’ultima proprio con lo Spezia.

“Ognuno crea il proprio destino. E io l’ho fatto giocando e vincendo, spesso da protagonista. Restano i tanti bei ricordi, ma adesso ho voglia di tornare a fare qualcosa di grande. Voglio andare ai tremila per il Chievo, allenarmi anche di…notte“.

Non vede il campo da parecchio tempo.

“L’ultima volta in campo è stata il 20 agosto scorso con la festa promozione con lo Spezia. Ci vorrà un po’ di tempo per trovare la forma migliore. Ma penso che sia la testa a fare la differenza. La determinazione ti aiuta ad essere pronto prima di quanto si possa immaginare. Ho accumulato fame, voglia, adrenalina.”

Si rimetterà in gioco con il Chievo, ma gli obbiettivi per Di Gaudio sono sempre i soliti

“Cerco una nuova promozione da mettere in bacheca e le 300 presenze tra i professionisti (ad oggi sono 267, ndr)”

Il modello rimane sempre Franck Ribery

“Franck è unico. Non ho mai smesso di seguirlo. Prima al Bayern, adesso alla Fiorentina. Ribery è puro divertimento. Io cerco di interpretare il ruolo a modo suo.”

Siamo proprio sicuri che un giocatore così determinato e con così tanta voglia allo Spezia non sarebbe servito anche in Serie A?