L’avvocato spezzino ed ex presidente aquilotto a Il Secolo XIX è caustico: “Per sperare di salvarci manderei a casa sia Semplici che Macìa e affiderei la squadra a Terzi!”
E’ caustico Roberto Quber, avvocato spezzino ed ex Presidente dello Spezia Calcio prima del fallimento del 2008 quello dell’era Ruggeri per intederci. E’ caustico e non le manda a dire dalle pagine dei colleghi de Il Secolo XIX per una situazione ormai drammatica dopo la sconfitta patita a Cremona e la successiva vittoria del Verona a Lecce che spalancano il baratro della seria cadetta alle Aquile.
DITO PUNTATO – «Serve uno scrollone immediato rispetto ad una dirigenza che ha sbagliato troppo: Eduardo Macia è un affossatore di sogni, anche se il sogno non si infrange finché non c’è la matematica certezza, ma il rischio è molto elevato. Sono calcisticamente triste perché rischia di finire tra poco il nostro sogno calcistico di essere squadra stabile di serie A.»
I FATTORI DELLA CRISI – «In origine: quando si fa una serie A con investimenti in partenza contenuti, non certo paragonabili a quelli delle squadre più blasonate non puoi permetterti di fare nemmeno un errore, invece noi ne abbiamo fatti almeno due».
PRIMO ERRORE – «Risale al mercato di gennaio, mercato sbagliato, soldi spesi male in giovani promesse, da Esposito a Cipot a Moutinho, che forse matureranno un domani, ma più di tutto serviva un attaccante che potesse alternarsi a Nzola almeno come ruolo di prima punta, non Shomurodov che mi sembra una totale ma costosa evanescenza. Un mercato di gennaio per il quale ci sta ringraziando la Roma, ma non la classifica dello Spezia»
SECONDO ERRORE – «Mandare via Gotti che con tutti i suoi limiti ci stava facendo navigare in acque sicure: è stato esonerato e sostituito con Leo Semplici che non si è dimostrato alla prova dei fatti migliore del suo predecessore. Gotti ha ottenuto una media punti significativamente superiore a quella di Semplici, il primo ci ha lasciato a quota + 2 dalla retrocessione, il secondo ci ha portato a quota- 3 dalla salvezza. In altre parole: non si cambia un mister in corsa se non sei alla disperazione, se lo si fa si commette un errore tragico del quale è e rimane al 100% la responsabilità della dirigenza»
SQUADRA A TERZI – «Nessun dubbio: manderei a casa Macia e Semplici per prima cosa. Poi affiderei la squadra a Claudio Terzi che è persona indipendente dal direttore sportivo, l’ex capitano delle Aquile è persona che ragiona con la sua testa e sarebbe in grado di risollevare con la sua leadership un ambiente fortemente demoralizzato. Non è ancora finita, proviamo a costruire un miracolo, ma prima mandiamo a casa Macia vero protagonista in negativo della triste parabola delle Aquile»