Spezia, fine di un sogno: applausi e lacrime per un’impresa mancata

Altri triplice fischio un Picco mai così pieno rende omaggio ai suoi eroi: stagione da record, ma niente Serie A e ora tanti saluteranno. La palla passa a Roberts

Uno stadio in piedi ad applaudire i suoi eroi nonostante la sconfitta che fa più male, quella che nega il sogno del ritorno in Serie A. Lo Spezia chiude una stagione memorabile con una sconfitta dolorosa che infrange quel sogno. Eppure, il pubblico del Picco non smette di applaudire i suoi beniamini neanche dopo il triplice fischio dell’arbitro Colombo: la squadra ques’tanno ha superato ogni aspettativa, mantenendosi costantemente nei primi tre posti della classifica e conquistando il record di punti in Serie B nella storia del Club di via Melara.

Un’impresa sfiorata con una squadra costruita per giocarsi una tranquilla salvezza in un clima di “spendig-rewiew” imposto dal vecchio proprietario Robert Platek e, in pratica senza fare mercato, che dopo una lunga lotta per il secondo posto che dava la certezza della promozione in Serie A ha finito terza. Una cavalcata entusiasmante, con la miglior difesa del campionato e prestazioni da squadra da promozione, con in mezzo tanti imprevisti a cominciare da tre cambi di proprietà che avrebbero potuto “ammazzare sportivamente” chiunque. E invece D’Angelo e i suoi ragazzi hanno fatto quadrato e si sono dimostrati grandissimi professionisti. Ma la beffa è arrivata proprio sul più bello, proprio nell’atto finale dei Playoff.

Oltre dodicimila cuori spezzini hanno riempito gli spalti dello stadio Picco, stabilendo il primato assoluto di presenze. Nonostante la sconfitta, quasi tutti i tifosi aquilotti presenti hanno voluto tributare un lungo applauso ai propri beniamini, che hanno risposto lanciando magliette sotto la Curva Ferrovia, tra abbracci e lacrime.

Volti segnati dal dolore, ma anche dalla gratitudine e dall’orgoglio. Tra i più commossi, i “figli di SpeziaCassata e Vignali, quest’ultimo sceso in campo grazie a un’infiltrazione al ginocchio pur di non mancare, loro lo sappiamo ci tenevano più di tutti. Pio Esposito, nonostante i problemi al ginocchio evidenti, ha lasciato il segno con un gol straordinario, il diciannovesimo della stagione. Partirà per altri lidi perché se lo merita, ma ha trovato nella tristezza generale parole toccanti per salutare il suo pubblico, che lo inneggia con il coro a lui dedicato, attraverso un megafono, mentre si batte il cuore e bacia lo stemma dello Spezia: “Volevo portare lo Spezia in Serie A per restare un’altra stagione. Spezia sarà per sempre casa mia.”

Anche Kouda, destinato al Parma, ha lasciato il campo in lacrime. Poi ci sono i silenzi eloquenti di Mateju e Reca, seduti sotto la Curva Ferrovia. Il futuro di molti è incerto, come quello di Reca in scadenza e che senza promozione difficilmente vedrà il suo contratto rinnovato, o di Capitan Petko Hristov, miglior difensore del campionato che ha sbagliato proprio la partita da non sbagliare, ha suscitato come il compagno di reparto Wisniewski l’interesse di vari club di categoria superiore.

C’è Salva Ferrer in lacrime, l‘unico sopravissuto della promozione in Serie A insieme a Luca Vignali, lui che ci teneva per lasciare con un’altra promozione dopo quella precedente e, soprattutto, dopo essere tornato in campo dopo aver vinto la partita più importante: quella contro il Linfoma di Hodgkin. Lo abbraccia il direttore sportivo Stefano Melissano che prova a consolarlo in ogni modo. Anche il terzino iberico è in scadenza. C’è Falcinelli che solo in caso di promozione in Serie A avrebbe visto il suo contratto rinnovato: anche per lui la serata sa di commiato. C’è Gori con la testa tra le mani e un prestito dalla Juventus che al momento non sembra prevedere riscatto. C’è il direttore d’orchestra Salvatore Esposito, lui sì di proprietà del Club di via Melara, che ha giocato un campionato straordinario. Anche per lui le richieste dalla Serie A ci sono e saranno ascoltate. Valutazione 7.5 milioni di euro. C’è Nagy in lacrime: seconda finale Playoff persa proprio come mister Luca D’Angelo che vuole sbollire la rabbia prima di parlare di futuro, ma la delusione gli si legge in maniera eloquente negli occhi. Non è il momento delle parole, ma delle riflessioni. Sullo sfondo ecco arrivare sotto la Curva Ferrovia anche il nuovo proprietario, Roberts, si è unito agli applausi del pubblico applaudendoli a sua volta e applaudendo i suoi giocatori. Il patron americano deve essere consapevole che adesso inizia un nuovo capitolo: la palla ora passa a lui.

Ricostruire per tornare grandi, con lo stesso spirito combattivo mostrato in questa stagione. Il destino dello Spezia passa ora dalle decisioni della nuova dirigenza. Con una rosa da rinnovare e tanti talenti sul piede di partenza, serviranno visione, investimenti e una strategia chiara per riportare le Aquile dove meritano.

Photo Credits: Spezia Calcio

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