Simone Giorgeschi, difensore centrale dello Spezia, ha trovato domenica scorsa la seconda presenza in campionato con la maglia dello Spezia subentrando nella ripresa contro il Mantova nella gara pareggiata per 2-2 al ‘Martelli‘. Il 20enne di Genova è cresciuto nel Settore Giovanile della Sampdoria per poi passare alla formazione Primavera dello Spezia con cui, in due stagioni, totalizza 45 presenze con 2 gol e 1 assist. La scorsa annata si rileva fondamentale grazie all’esperienza in prestito in Serie C alla Pro Sesto con cui muove i primi passi nei professionisti totalizzando 29 presenze.
Quest’anno il ritorno alla ‘casa madre aquilotta‘ dove si è messo a disposizione di mister Luca D’Angelo. Oggi Giorgeschi è intervenuto sulle colonne dei colleghi de Il Secolo XIX raccontando la sua stagione tra panchina, lavoro quotidiano e sogni di gloria. Nonostante le poche presenze in campo, la determinazione e la maturità del giovane aquilotto emergono con forza, in una squadra che punta con decisione alla Serie A.
Un cammino fatto di sacrifici e crescita
“Mi faccio trovare pronto per dare sempre il massimo”, afferma Giorgeschi, sottolineando come non conti il minutaggio, ma l’impegno. Dopo aver collezionato 29 presenze in Serie C con la Pro Sesto, ha affrontato con umiltà la transizione alla cadetteria. «In Serie C si gioca più diretto, con molti lanci lunghi: per noi difensori è una pressione continua. Ma è stata la mia prima vera stagione tra i professionisti», ricorda il giovane difensore sceso in campo complessivi 19′ minuti tra Cittadella e Mantova.
La forza del gruppo e il ruolo del mister
Il mister Luca D’Angelo ha più volte elogiato pubblicamente i giovani della rosa, tra cui Benvenuto, Candelari, Kouda, Djankpata, Pio e Bertola, oltre allo stesso Giorgeschi. «Siamo tutti sullo stesso piano, coinvolti dal primo all’ultimo. Il nostro è davvero un grande gruppo», spiega. I legami creati fin dai tempi della Primavera si sono rafforzati, e anche dopo partite complicate, il sostegno dei compagni non manca mai.»
Il supporto mentale e il contributo dei veterani
Consapevole dell’importanza dell’equilibrio psicologico, Simone ha intrapreso un percorso con un mental coach, per affrontare al meglio questa stagione cruciale. «Voglio che sia un anno di vera crescita, anche per il futuro», confessa. Non manca anche il confronto con chi ha più esperienza: «Hristov è come un secondo allenatore per noi, sempre pronto a darci consigli sui dettagli, insieme a D’Angelo».
Serie A nel mirino, con leggerezza e determinazione
Lo Spezia ha ancora 15 punti in palio e un grande obiettivo da inseguire: la promozione. «La Serie A non era nei nostri pensieri a inizio stagione, ma ce la siamo guadagnata», afferma convinto. E aggiunge: «Dobbiamo viverla con spensieratezza, non con ossessione». Un approccio che coniuga ambizione e serenità, ben rappresentato anche dalla reazione dopo il pareggio col Mantova: «Un po’ di rammarico, ma ci teniamo stretto il punto».
Un futuro tracciato e un riferimento chiaro
Sul piano tecnico, Giorgeschi si definisce forte nel gioco aereo e dotato di un buon piede mancino, ma riconosce margini di miglioramento nella marcatura a uomo. E ha già un modello: «Mi ispiro ad Alessandro Bastoni, mi piace il suo modo di interpretare il ruolo». Tra gli attaccanti affrontati, segnala Andrea Adorante della Juve Stabia come uno dei più impressionanti per crescita e qualità.
Famiglia, il vero punto fermo
Infine, uno sguardo fuori dal campo: la gratitudine verso la famiglia. «Papà, mamma e mia sorella hanno fatto tanti sacrifici per me, oggi sono sempre presenti allo stadio». Con il compleanno alle porte, il 28 giugno, e una stagione ancora tutta da scrivere, Simone spera di festeggiare con qualcosa di davvero speciale.
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