Massimo Oddo, ex terzino destro dal gol facile Campione del Mondo con l’Italia in Germania nel 2006 ed ex allenatore tra le altre anche della Spal che retrocesse l’anno scorso in Serie C, è intervenuto quest’oggi ai microfoni del collega Massimo Guerra in un’intervista rilasciata a Il Secolo XIX. Ecco le sue principali dichiarazioni.
PROBLEMA DI TESTA – «Retrocedere dalla serie A alla serie B crea problemi, più nella testa che nelle gambe dei calciatori».
L’ESPERIENZA CON IL CROTONE – «Non è la prima volta che succede, per esperienza personale ricordo ad esempio quello che successe quando venni chiamato in B a guidare il Crotone al posto di Stroppa. Anche loro, come lo Spezia quest’anno, decisero di cambiare mezza squadra a gennaio e alla fine della stagione, con il ritorno di Stroppa, riuscirono a salvarsi. L’anno dopo tornarono in Serie A trascinati dalle reti di Simy».
LECCO CONDANNATO – «Premesso che la B è un campionato strano, oggi vedo soltanto il Lecco oggettivamente in seria difficoltà a mantenere la categoria».
LA RETROCESSIONE CON LA SPAL – «Il fatto di assaporare la A crea delle situazioni mentali nella testa dei calciatori non facili da gestire. Ragiono con la testa di un calciatore che si trova in questa situazione: se ho giocato contro avversari di A, penso di valere almeno nella media quanto loro. Se retrocedo, penso di poter fare la differenza, almeno dal punto di vista tecnico, ma il campo dice cose diverse».
ASPETTATIVE TROPPO ALTE – «Forse perché parti con aspettative alte, la squadra retrocessa viene spesso indicata come candidata a tornare su, esattamente come avvenuto per Crotone, Spal e Spezia. Poi ti ritrovi invece che a lottare per vincere a soffrire per salvarti, contro squadre che invece in questa categoria ci stanno da sempre e sono abituare ad affrontarla in modo diverso».
SPEZIA-ASCOLI – «Per me lo Spezia ha più chance salvezza perché non dovrebbe essere in quella posizione di classifica, ha valori tecnici superiori all’Ascoli che è comunque squadra solida, ma negli scontri diretti la tecnica conta fino a un certo punto, di sicuro conta più l’aspetto mentale».
LA CORSA ALLA SERIE A – «Due tra Como, Cremonese o Parma saliranno direttamente in Serie A: gli emiliani hanno avuto più continuità, il loro allenatore è lì da due anni, ha conosciuto bene i calciatori e ha potuto programmare meglio il percorso in campionato con la proprietà»