L’aquilotto Francesco Cassata è intervenuto in intervista sulle pagine dei colleghi de Il Secolo XIX: ecco un estratto del suo intervento
Lunga intervista quest’oggi sulle pagine de Il Secolo XIX allo spezzino e centrocampista dello Spezia Francesco Cassata. Analizziamone insieme i tratti più significativi.
«Sono felicissimo di essere tornato nella mia città, ora spero di dare il massimo per lo Spezia. Sono nato e cresciuto a San Terenzo, a 9 anni un osservatore dell’Empoli, Roberto Borghetti, mi acompagnò per sostenere un provino, a 16 anni sono passato nella Primavera della Juventus con Fabio Grosso mister, una splendida annata con la vittoria del Torneo di Viareggio».
DA TERZINO A CENTROCAMPISTA – “Fu una intuizione di Grosso, da terzino mi spostò a centrocampo e da allora divenni mezzala, penso che la sua intuizione fu la mia fortuna. Poi può capitare di giocare terzino, come accaduto a Bolzano per fattori contingenti, ovviamente sono disponibile anche se quel ruolo non lo sento mio. Dopo la parentesi bianconera feci il mio primo anno in serie B nell’Ascoli, una stagione tutto sommato positiva alla mia prima esperienza».
IL PERIODO AL SASSUOLO – «Ho faticato all’inizio, ma con l’arrivo di mister Iachini ho avuto più fiducia giocando discretamente. L’anno successivo De Zerbi voleva cambiarmi di ruolo, giocavo poco e allora chiesi di andare a Frosinone, in A, per giocare di più in ottica Europei under 21, ma alla fine non rientrai nelle scelte di mister Di Biagio e ci rimasi un po’ male»
GENOA E INFORTUNIO – «Tra tutte le esperienze tra i prof penso di avere espresso il miglior rendimento proprio nel primo anno a Genova, perché per lunghi tratti ho fatto rivedere le cose buone espresse in Primavera. Purtroppo poi ebbi l’infortunio al retto femorale. Probabilmente ero rientrato prima del tempo e dopo l’infortunio un calvario che è durato un anno e mezzo. Sicuramente il periodo piu nero della mia carriera».
TERNANA E DIAKITE’ – “L’anno scorso a Terni, con Lucarelli e Andreazzoli, giocando con continuità ho risolto il problema dedicando tutto me stesso a uscirne fuori. Diakité? Niente da dire. E’ fort e ha una fisicità importante.”