Un manipolo di undici ragazzi che tra mille difficoltà, dopo il fallimento della Società, guidati dal maestro Carpanesi furono capici di scrivere una pagina indelebile e incredibile della storia aquilotta
Ricorre oggi una data divenuta storica per lo Spezia Calcio e alla quale i tifosi aquilotti con qualche capoello bianco in più sono molto legati.
Quest’oggi 1° giugno, ma nel 1986 lo Spezia allora allenato dal “Maestro” Carpanesi conquistava, contro ogni pronostico, la promozione Serie C1 pareggiando per 2-2 con la Pistoiese.
Quella formazione dei bianchi è divenuta una sorta di cantilena per tanti tifosi delle Aquile: “Marchisio, Colombo, Dainese, Brilli, Borgo, Boggio, Palazzese, Pillon, Tarasconi, Ferretti, Telesio”.
Un Gruppo incredibile che a distanza di anni si ritrova spesso insieme per una cena e scambiare quattro chiacchiere.
Undici uomini che andarono oltre i problemi societari dell’epoca. Undici uomini che, dopo i sontuosi proclami estivi del presidente Pietro Rossetto, andarono oltre il fallimento dell’ottobre 1985 scegliendo di restare a giocare nello Spezia, pur senza stipendio e senza società.
La squadra di Carpenesi quel 1° giugno dell’86 aveva un solo punto di vantaggio proprio sulla Pistoiese seconda che era di scena al “Picco“.
Un “Picco” che per una partita di Serie C2 radunò oltre 12.000 cuori bianchi che battevano all’unisono spingendo i propri eroi.
I giocatori arrivarano addirittura allo stadio a piedi accompagnati dai tifosi.
E poi c’era Carpanesi cui bastà una frase per motivare i suoi ragazzi: ‘Quando entrerete in campo, volgete lo sguardo alle tribune e vi sentirete invincibili”. Roba da pelle d’oca ancora oggi!
Al 24° il gol di Pinelli portò avanti la Pistoiese, ma bomber Telesio incornò di testa l’1-1 nel boato del pubblico vincendo anche la classifica cannonieri con 15 gol complessivi.
Al 50° però ancora Pinelli riportò avanti l’olandesina. Niente paura perché appena dieci minuti dopo ci pensò “Il Poeta” Sergio Ferretti (nella foto, Ndr) a realizzare il gol del pareggio e della promozione in Serie C1 con la sua maglia N°10 sulle spalle.
Una promozione che consacrò ad eroi indimenticabili un manipolo di ragazzi che in quella stagione si dovettero pagare tutto di tasca propria: un’impresa ancora più epica se si pensa alle difficoltà in cui si concretizzò!