Nelle ultime settimane è tornato prepotentemente alla ribalta tra i tifosi spezzini la questione delicata che riguardo lo stadio “Alberto Picco”.
“Uno stadio da serie A, per una Città da serie A”. Era l’11 dicembre 2020 quando il sindaco Pierluigi Peracchini presentò alla città lo studio di fattibilità realizzato dallo Studio Dontstop Architettura di Milano, propedeutico alla realizzazione del progetto del nuovo Stadio Alberto Picco. Un nuovo Alberto Picco da 16.000 posti, tanti servono per disputare il campionato di Serie A. I punti principali del progetto consistono nell’abbattimento dell’attuale tribuna con la costruzione di una nuova su due piani in grado di ospitare 5.500 posti senza barriere; la predisposizione di tutti i servizi, gli uffici, skybox; l’implementazione della capienza della curva Piscina ad oltre 3300 posti e la nuova copertura dello Stadio. Solo per la Curva Ferrovia sono previste due ipotesi con o senza copertura. La capienza della gradinata sarà di 3100 posti e quella della Curva Ferrovia 4014. Insomma, un progetto tanto bello quanto costoso. Infatti per realizzare il restyling del vecchio impianto di Viale Fieschi servono all’incirca 26.058.160 euro
Da quell’11 dicembre di cose ne sono cambiate veramente poche, se non il passaggio di proprietà dello Spezia alla famiglia Platek, con la società aquilotta costretta ad indicare la Dacia Arena di Udine come possibile campo di gioco per la prossima stagione di Serie A. Una decisione che ha scosso non poco l’ambiente dei tifosi che hanno chiesto a gran voce di poter, giustamente, vedere lo Spezia giocare a Spezia.
In attesa di capire le volontà dello Spezia e quindi della famiglia Platek, Il sindaco Pierluigi Peracchini è nuovamente intervenuto sul tema stadio: “Lo Spezia deve dire che tipo di progetto vuole sullo stadio Picco e attivarsi per avere le deroghe – ha dichiarato il primo cittadino di Spezia a TGR Liguria – Noi, dal canto nostro, siamo disponibili come abbiamo sempre fatto finora per accompagnarlo nel suo percorso. Posso dire che ci siamo sempre adoperati e abbiamo sempre lavorato per sostenere le ipotesi più concrete possibili che un Comune può fare”.
