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Il “Pazzo” dice basta, poteva essere un rinforzo per l’attacco dello Spezia

Il centravanti lascia il calcio a 36 anni dopo la scandeza del contratto con il Verona. Duecento reti tra professionista tra club, coppe europee e Italia. Il suo messaggio d’addio

Poteva essere uno degli attaccanti giusti per rinforzare il pacchetto offensivo dello Spezia, ma non se ne fece nulla.

Ora Giampaolo Pazzini, dopo la scadenza del suo contratto con l’Hellas Verona, dice basta e appende gli scarpini al chiodo.

Il “Pazzo“, classe ’84, saluta tutti a 36 anni quando forse aveva ancora qualcosa da dare al mondo del pallone.

In carriera è stato protagonista con diverse maglie, le esperienze più significative con Atalanta, Sampdoria, Fiorentina e Verona, ma vanno anche ricordare le due avventure sulle sponde di Milano prima con l’Inter e poi con il Milan.

490 partite e 158 gol da professionista in Serie A, ma assaggiando anche La Liga con la maglia del Levante con cui segnò all’esordio nel pareggio per 2 – 2 contro il Real Madrid.

A questi vanno aggiunti 22 reti in Coppa Italia e 8 reti tra Champions ed Europa League.

Dopo tutta la trafila nelle nazionali giovanili Pazzini con l’Italia mette a referto 25 presenze e 4 reti e disputa la fase finale del Mondiale 2010 in Sud Africa.

Questo il suo messaggio di addio al calcio:

Sono passati più di 30 anni da quando ci siamo conosciuti, ero un bambino la prima volta che ho stretto un pallone tra le mani e da allora è diventato per me come un ‘amico inseparabile‘. Ero un ragazzino come tanti, con una vita davanti e mille sogni nel cassetto che sperava di diventare un giorno un calciatore di serie A. Guardavo i grandi campioni in tv e con loro sognavo la maglia azzurra della nazionale, la magia degli stadi pieni di tifosi e la Champions League; ma mai avrei pensato che un giorno tutto ciò diventasse realtà e che grazie a te potessi vivere così tante emozioni“.

Prosegue poi il “Pazzo” nel suo messaggio d’amore e d’addio al calcio giocato:

Avrei potuto continuare per vivere ancora un po’ quelle sensazioni ed emozioni che solo tu sai darmi, forse sì; il bambino che è in me  avrebbe voluto continuare a farlo, ma l’uomo mi dice che è arrivato il momento di salutarci anche perché so già che tutto ciò mi mancherà anche tra 20, 30, 40 anni. Quel bambino pian piano si è fatto grande e grazie a te ha realizzato uno ad uno tutti i suoi sogni e sai cosa ti dico? È stato tutto pure più bello di come me l’immaginavo! Grazie di tutto“.

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