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Italiano: “Voglio parlare con la proprietà e sentire i loro progetti”

Il tecnico dello Spezia in intervista alla Gazzetta dello Sport: “I Platek sono persone squisite, lo Spezia è in buone mani. Spero che molti tifosi mi accompagnino a Portovenere a piedi”

Lunga intervista quest’oggi sulle pagine della Gazzetta dello Sport per mister Vincenzo Italiano che si è concesso ai microfoni della “rosea” toccando tantissimi temi dopo la salvezza del suo Spezia.

Una salvezza che da molti è stata definita come “Miracolo Italiano“.

FUTURO –Aspetto di parlare con la nuova proprietà: vorrei sentire cosa dicono e che progetti hanno. Tutti, ovviamente, siamo ambiziosi, comunque ho ancora un anno di contratto. Diciamo che è la stessa situazione della scorsa stagione. La clausola di rescissione? Voluta dalla società, ma non penso sia un problema.

PLATEK –Sono persone squisite, lo Spezia è in buone mani!

VOTO SALVEZZA –Poco più di dodici chilometri dal “Picco” a Portovenere: è un fatto simbolico. Spero di non essere il solo e di avere con me tantissimi tifosi.

SCETTICISMO – “C‘era all’inizio in B, c’era anche questa stagione prima di cominciare il campionato di Serie A quando tutti ci davano già per spacciati con un esordiente in panchina. Poi ho convinto la gente e ho scoperto una passione che non mi aspettavo. La promozione in A non era programmata, la salvezza è insperata e diciamo che vale il doppio perché conquistata in condizioni critiche e con una squadra molto giovane.

DIFFICOLTA’ OGGETTIVE –Siamo partiti subito dopo i Play-Off, senza fare amichevoli con 34 giocatori in rosa di cui 21 debuttanti in Serie A. Il giorno del raduno a disposizione ne avevo appena 16. Ci aggiungiamo il Covid, il fatto di dover giocare a Cesena le prime gare interne e la cessione societaria proprio nel mezzo del mercato invernale. Potevamo avere qualche rinforzo e invece è arrivato il solo Saponara che è stato, comunque, determinante.

SERIE A –Mi ha colpito la fisicità dei giocatori, l’organizzazione delle squadre e a velocità a cui viaggia il pallone. Certo da giocatore me la ricordavo così e non è cambiata molto. Per salvarsi servono organizzazione e identità di gioco perchè le partite si vincono quando si gioca meglio dell’avversario. Sapere cosa fare e riconoscersi in campo aiuta molto, il cuore da solo non basta.

NUMERI –70 gol presi e salvi è record tra i cinque maggiori campionati, ma non dimentichiamo dei 50 gol fatti. Personalmente non ho dogmi: posso giocare anche con due attaccanti e un difensore in più perché l’importante è tenere il baricentro alto. Per molti mesi siamo stati la squadra che ha fatto più fuorigioco e possesso palla, poi ho ricercato maggiore equilibrio.

ZEMAN E PRANDELLI –Il primo è stato fonte di ispirazione per il mio 4-3-3, Prandelli è stato il mio maestro. Il primo a darmi fiducia. Ci sono molte analogie tra il suo Verona e il mio Spezia: squadra giovane che sale dalla B alla A e si salva.

CERTEZZE –Ho capito che la salvezza era davvero possibile dopo le due vittorie su Sassuolo e Milan. Abbiamo iniziato a crederci e aumentato l’autostima. In questo momento abbiamo due punti in più rispetto al girone di andata.

GAVETTA – Non c’è un solo modo per arrivare in alto. Pirlo a esempio ha fatto bene ad accettare la Juventus. Ama la Juve e cercherà di crescere, certe critiche mi sono sembrate ingenerose.

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