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Pulzetti: “Spezia squadra ben costruita e che crea moltissimo”

Ai colleghi di CalcioHellas ha detto la sua l’ex centrocampista di Spezia e Verona: “Italiano ha trovato l’ambiente perfetto per lui. Il Verona può contare su una solidità maggiore derivante dall’ottimo scorso campionato.”

Al Verona da giovanissimo, allo Spezia da giocatore ormai maturo: Nico Pulzetti è uno dei tanti doppi ex del match in programma domenica, una sfida che senz’altro seguirà con grande interesse.

Per l’occasione i nostri colleghi di CalcioHellas.it lo hanno raggiunto per scambiare due chiacchiere in vista del match del “Picco” con il centrocampista oggi al Montebelluna.

Spezia-Verona, sfida da doppio ex…
«A Verona arrivai molto giovane: avevo vent’anni ed ero alla mia prima esperienza in Serie B dopo un anno di C2. Fu tutto molto veloce: avevo saltato una categoria e l’impatto fu molto forte, anche perché arrivai in una piazza molto importante. Alla fine però riuscii a farmi trovare pronto e a giocare con continuità. Diciamo che l’Hellas fu il mio trampolino di lancio per la Serie A. Allo Spezia invece arrivai dopo un’annata difficile a causa di un lungo infortunio e di un’operazione. Non sapevo quanto mi ci sarebbe voluto per rientrare in forma, ma iniziai a giocare praticamente subito e mi sentii benvoluto sin dal primo istante. Credo di aver disputato una buona stagione e mezza e ho dei bei ricordi».

Come giudichi il campionato di entrambe le squadre?
«Lo Spezia è una squadra ben costruita e che crea moltissimo, anche se ultimamente ha avuto qualche difficoltà ed è stata penalizzata anche dagli episodi. Il Verona può invece contare su una solidità derivante anche dalla scorsa stagione, inoltre è riuscito a confermarsi nonostante le tante cessioni estive. Sinceramente non mi aspettavo che l’Hellas partisse così bene…».

Il Verona, dopo un’annata stupenda, si sta riconfermando: cosa ne pensi?
«L’Hellas ha una rosa di livello: i giocatori partiti, tutti molto importanti, sono stati rimpiazzati da altri elementi mirati e funzionali. Merito a Juric, uno che in questi due anni ha allenato benissimo anche la mentalità di questa squadra. È un allenatore che vuole sempre vincere, a prescindere dal calibro delle contendenti. E poi c’è il gruppo a fare la differenza: tutti sono disposti al sacrificio e questo contribuisce a dare vita al tipo di gioco aggressivo, fisico e agonistico che fa l’allenatore, un approccio che non dà respiro alle avversarie».

Parliamo proprio di Juric: cosa ci dici su di lui?
«Appartiene alla scuola di Gasperini, ma ci mette tanto del suo ed è un martello. Quando è in panchina sembra che stia giocando anche lui ed è sempre nel vivo dell’azione perché vuole che la sua squadra faccia bene. È questo che deve fare per tenere sempre tutti sull’attenti: con il calcio che fa lui bisogna curare ogni dettaglio, perché se un giocatore sbaglia qualcosa salta tutto il meccanismo del pressing e degli uno-contro-uno».

Su Italiano invece? Filosofia opposta oppure ci sono punti di incontro?
«Intanto sono contento che lo Spezia sia arrivato in Serie A con lui, anche perché abbiamo giocato insieme e già allora era un allenatore in campo e un perfezionista. Credo che abbia trovato l’ambiente perfetto per lui e che l’anno scorso abbia davvero fatto un miracolo. Come tecnico cura di più il fraseggio rispetto a Juric, però anche lui a volte, pur essendo in vantaggio, fa cambi offensivi per aumentare il pressing e non abbassarsi, così come fa appunto Juric. Considerato i risultati che stanno ottenendo, direi che è una tattica tutto sommato efficace…».

Che gara sarà domenica?
«Si affrontano due squadre con situazioni di classifica totalmente differenti: credo che la partita sia più importante per lo Spezia, visto che in caso di sconfitta si potrebbe ritrovare in zona retrocessione, ma è anche vero che per il Verona con due vittorie potrebbe ritrovarsi tra le primissime posizioni. Vedremo come andrà…».

Chiudiamo con una domanda su di te: cosa farà Nico “da grande”?
«Ancora non lo so, ma spero di rimanere nell’ambiente. Francamente mi vedo ancora sul campo più che dietro a una scrivania, quindi probabilmente proverò a fare l’allenatore, anche perché ho già conseguito il patentino UEFA B. Per il momento diciamo che è questo il mio pensiero, poi magari tra sei mesi cambierò idea…».

 

Photo Credit: www.acspezia.com

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