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Rey Manaj: “Contento per l’obiettivo raggiunto. Sarei felice di restare allo Spezia”

L’attaccante aquilotto protagonista di una lunga intervista per Calciomercato.com.

Rej Manaj è uno dei protagonisti della grande cavalcata che ha portato lo Spezia alla salvezza. Nonostante non sia riuscito ad incidere particolarmente in chiave realizzativa, si è comunque fatto apprezzare per la sua voglia di lottare e per il grande lavoro al servizio della squadra.

L’albanese ha rilasciato una lunga intervista al portale Calciomercato.com nella quale ha analizzato la stagione appena conclusasi e le tappe più importanti della sua carriera. Di seguito le sue parole:

SUL FUTURO – “Qui sto bene e sarei felice di restare so quello che voglio, ma il club dovrebbe fare un sacrificio sia in termini di cartellino che per lo stipendio. Per andare avanti insieme bisogna essere tutti d’accordo”

LA GIOIA PER LA SALVEZZA – “Ovviamente sono molto contento per l’obiettivo raggiunto. Poteva sembrare difficile perché siamo il gruppo più giovane del campionato e quest’anno abbiamo avuto tante difficoltà, ma alla fine ce l’abbiamo fatta”.

BILANCIO PERSONALE – “Non è semplice segnare tanto in una squadra che lotta per la salvezza, ma penso di aver fatto una stagione positiva. Speriamo di aumentare il numero di reti il prossimo anno”.

LA CRESCITA CON THIAGO MOTTA – “Ho imparato a essere più decisivo in campo, anche senza fare gol. Mi ha insegnato alcuni movimenti, a creare situazioni per i compagni e a rallentare il gioco quando ce n’è bisogno”.

DIFENSORI OSTICI – “Ve ne dico due, Chiellini e Skriniar. Il primo ha esperienza e un gran fisico, a livello di marcatura è un passo avanti agli altri; Skriniar è sempre concentrato, non si distrae un attimo”. 

SCOMMESSE PER LA SALVEZZA – “No, non ho scommesso nulla e non mi dipingerò niente. Mi limito a festeggiare la salvezza”.  

IL DEBUTTO CON L’INTER – “Ringrazio Mancini per l’opportunità che mi ha dato di debuttare e giocare qualche partita. Adesso sarebbe un sogno tornare all’Inter”.

SU MANCINI – “Ha fatto la storia vincendo molto. Riusciva sempre a tirare fuori qualcosa in più dai giocatori, e anche tatticamente era molto preparato. In quel periodo mi ha aiutato a gestire diverse situazioni”.

UN ANEDDOTO – “Verso la fine del campionato eravamo tutti rilassati e poco concentrati, un giorno mi ha mandato negli spogliatoi perché non mi stavo allenando bene. Lì per lì ero molto arrabbiato, poi ho capito che l’aveva fatto per il mio bene e ho imparato la lezione”.

L’ADDIO ALL’INTER – “Quando arrivi in una big a 17 anni è difficile conquistarsi spazio. Forse sono stato io a non soddisfare le loro aspettative, ma personalmente non sono rimasto deluso”. 

IL RAPPORTO CON MEDEL – “Gary Medel mi è sempre stato vicino. Anche oggi siamo rimasti ancora molto amici”.

IL GOL CONTRO L’AMICO MEDEL – “Io ho segnato contro il suo Bologna, ma lui non era in campo. Ci siamo visti dopo la partita e lui scherzando mi ha detto che se ci fosse stato non avrei segnato”. 

LA FIRMA CON IL BARCELLONA – “E’ stata la più importante della mia vita. Mi avevano preso per il Barça B, ma Suarez era ko per 5 mesi e si era parlato anche di una possibilità di andare in prima squadra. Alla fine sono rimasto tra le riserve, ma il peso della maglia si sentiva comunque. In campo si vedeva la differenza tra i giocatori del Barcellona e gli altri, giocavamo con una tranquillità pazzesca”. 

SU MESSI – “Unico, è l’unico giocatore che mi ha fatto emozionare. E’ il più forte della storia. Non sbagliava mai neanche in allenamento, prendeva sempre la decisione giusta”. 

UN ANEDDOTO SULLA PULCE – “Durante gli allenamenti stavo sempre attento a non entrare duro su di lui. Una volta eravamo uno contro uno, lui è passato prima a destra, poi a sinistra e alla fine l’ho lasciato passare. Con un altro non sarebbe andata a finire così”.

I DIFENSORI DEL BARCA – “Fisicamente Araujo, ma Piqué con la sua esperienza è insuperabile. Sa già dove andrà il pallone prima ancora che finisca da qualche parte”.

FINALE DI CONFERENCE LEAGUE IN ALBANIA – “E’ una bella occasione per un Paese che ha costruito uno stadio bellissimo nel quale giocherà la nazionale, da ragazzo albanese mi fa sempre effetto quando giocano a Tirana. Ma anche per la Roma che non faceva una finale europea da molti anni, gli auguro di portare a casa il trofeo”.

LO SCONTRO CON DE BIASI – “Ero ancora un adolescente, volevo andare in nazionale ma non mi chiamava. Ho detto cose affrettate che potevamo gestire meglio sia io che lui, poi con il mister ci siamo chiariti e ora abbiamo un bel rapporto”.

IL RAPPORTO CON REJA – “Ho grande rispetto per una persona e un allenatore che ha raggiunto risultati importanti in carriera, gli voglio bene. Con la nazionale sta facendo un gran lavoro, ci sentiamo spesso e quando in estate dovevo decidere se venire in Italia o rimanere in Spagna lui mi ha consigliato di tornare qui”.

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