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Nikolaou: “Motta grande personalità, dobbiamo fare gruppo e la salvezza sarà più facile”

Il difensore ellenico dello Spezia si racconta: “In Grecia iniziai terzino poi all’Olympiakos divenni centrale. Il mio idolo era Giovanni, ma che emozione marcare messi e realizzare un gol in Champions League al Barcellona

Sogna un futuro da allenatore Dimitrios Nikolaou, ma il suo presente è una maglia bianca dello Spezia e un posto al centro della difesa di Thiago Motta.

Arrivato in estate dall’Empoli in uno scambio con Ismajli, il suo acquisto fece storcere il naso a molti tifosi aquilotti.

Oggi invece il mancino ellenico è punto di riferimento importante della difesa dello Spezia, mentre il collega albanese in azzurro fa molta panchina.

Dopo un inizio difficile ha acquistato sicurezza al fianco di Erlic ed è diventato un giocatore affidabile tanto che l’Atalanta si sta fortemente interessando a lui.

Nikolaou intanto si è raccontato in un’intervista del collega Armando Napoletano dalle pagine de Il Secolo XIX.

GLI INIZI IN GRECIA E L’OLYMPIAKOS – «Io nella realtà facevo il terzino sinistro, poi intorno ai 14-15 anni presi di colpo una decina di centimetri di altezza e subito i miei allenatori mi misero al centro della difesa. All’Olympiakos feci dodici anni. Partii dalle giovanili fino ad arrivare a giocare la Champions. Facevo il difensore ma io ammiravo Giovani, attaccante brasiliano; è stato il mio idolo per chissà quanti anni».

LA MARCATURA SU LEO MESSI – «Non puoi dire di difendere su Messi in una partita, lui è immarcabile. Se decide di fare una giocata la fa, è il calcio. Al massimo puoi chiedergli come, ho fatto, la maglia a fine partita. Anche se io avevo segnato un autogol ed una rete di testa nel finale. Sono ricordi importanti».

L’EMPOLI – «Molti allenatori, la serie A e poi la B, ma se devo ricordarne uno dico Dionisi, forse il miglior mister che ho mai avuto».

THIAGO MOTTA – «Motta ha una grande personalità, e basta guardare quello che ha fatto da calciatore per capire cosa ti possa trasmettere. Sono allenatori giovani che faranno parlare di loro moltissimo in futuro».

FUTURO ALLENATORE – «Se smettessi oggi e mi chiedessero cosa vorrei fare direi allenare, è una cosa che mi attira tantissimo. Poi magari dico stop tra dieci anni e le situazioni cambiano, ma devo confermare semplicemente che il calcio è, e forse rimarrà, perallenatori giovani che faranno parlare di loro moltissimo in futuro»

I PIU’ DIFFICILI DA MARCARE – «Vlahovic sicuramente, ma anche Ibrahimovic o lo stesso Simeone, in serie A sono tanti gli attaccanti che hanno mestiere».

ARNAUTOVIC – «E’ un altro calciatore forte, che crea e cerca spazi, bisogna giocare chiudendo ogni varco, e soprattutto facendo reparto. Credo che il Bologna punti molto su di lui e Barrow, un altro che ha grande tecnica. Ma poi è una squadra che ha molto altro dentro, non sarà una gara facile».

OBIETTIVI –Voglio solo la salvezza della squadra. Se facciamo gruppo diventa più facile, è da lì che passano le possibilità di rimanere in A».

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