Calcio Spezia
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Pecini: “Abbiamo cercato di costruire rosa competitiva ora e per il futuro”

Il D.g. aquilotto si racconta ai microfoni di Goal. “Direi che siamo in linea con gli obbiettivi e forse ci manca qualche punto. I Platek vogliono investire in un progetto a lungo termine e io mi vedo allo Spezia per molto tempo. Su Modric, Mbappé e Skriniar…

Ai microfoni di Goal si è raccontato il Direttore Generale dello Spezia Calcio Riccardo Pecini.

INIZIO DI STAGIONE –Siamo in linea con quanto ci aspettavamo. Forse ci mancano dei punti, ma siamo in linea visti i mille problemi che abbiamo avuto.”

ALLENATORE – “Appena abbiamo saputo che l’allenatore voleva partire, abbiamo cercato di analizzare quei profili che potessero essere compatibili con la nostra filosofia, con le mie idee di calcio e, soprattutto, di trovare un allenatore in grado di attuare uno stile di gioco che si adattasse alla cultura spezzina. Questa per noi era la cosa più importante. Abbiamo analizzato alcuni profili e guardato tante partite dei due o tre allenatori su cui ci siamo concentrati. Alla fine Thiago è stato quello che ha soddisfatto tutti i nostri criteri. Abbiamo fatto quattro o cinque incontri con lui e abbiamo deciso che poteva essere il progetto giusto. Quando è arrivato siamo partiti in ritiro. Ha fatto circa 20 giorni di quarantena, senza amichevoli né allenamenti, quindi è stata dura. Ma è riuscito a concentrarsi solo sul lavoro e non su tutti i problemi che avevamo”.

SQUADRA GIOVANE – “Siamo una squadra giovane, è vero, ma abbiamo anche giocatori giovani con esperienza. Abbiamo giocatori nostrani come Giulio Maggiore, che ha 23 anni, ha giocato tante partite per il club ed è un giocatore molto importante per noi. Ci porta quel livello di esperienza di cui abbiamo bisogno. E poi abbiamo ragazzi molto giovani come Suf Podgoreanu, che sta crescendo molto, anche più di quanto ci aspettassimo.”

FILOSOFIA DI LAVORO – “Credo che il vantaggio, o la fortuna, che ho avuto in passato sia stato lavorare con un gruppo molto, molto qualificato, che ci ha permesso di ingaggiare o trovare ottimi giocatori e prendere ottime decisioni. Abbiamo implementato lo stesso approccio allo Spezia e abbiamo messo insieme la rosa con questo stesso tipo di cultura ed etica del lavoro. I risultati però arrivano alla fine e siamo solo all’inizio. Sono fiducioso che arriveranno anche giocatori che avranno un grande futuro nel calcio”.

ATALANTA – “L’Atalanta ora è ad un livello molto alto ma ha fatto un percorso molto lungo. Ha avuto qualche difficoltà all’inizio ma sono stati molto bravi a insistere con i giovani, perché ricordo il primo anno di Gasperini, quando ha dovuto iniziare a mettere in campo ragazzi di 18 anni che non avevano giocato nemmeno un minuto di Serie A. Hanno lavorato tanto, li hanno sostenuti, adesso, oggi, vediamo i risultati del loro progetto. Quindi da un punto di vista organizzativo il loro programma è sicuramente un modello, ma credo anche che ogni club abbia una propria identità, e debba sviluppare una propria identità, anche in relazione alla propria storia, nel contesto della propria città. L’Atalanta può essere un esempio a cui aspirare, perché anche lo Spezia, negli anni passati, è stato in serie B, e ha fatto crescere i giocatori nel suo settore giovanile. Non sappiamo se possiamo arrivare dove sono loro. Potrebbe essere un percorso diverso, ma magari si possono ottenere buoni risultati anche allo Spezia, chi lo sa?”.

TOTTENHAM – “Credo che quell’esperienza sia stata per me la più importante come scout. Ho imparato a lavorare in un certo modo partendo da lì. Eravamo tre o quattro scout, eravamo molto coordinati, con un direttore sportivo, Damien Comolli, che ha creduto molto nel nostro lavoro. Penso che il modello che abbiamo messo in campo e sviluppato al Tottenham ci abbia permesso di inserire giocatori come Modric e Berbatov.”

MODRIC – “Ho visto Modric per la prima volta quando era in Bosnia (in prestito allo Zrinjski Mostar nel 2003-04). Lo abbiamo seguito per due anni. Comolli è venuto con me a vederlo quattro o cinque volte. Abbiamo parlato con il ragazzo. Poi, nel momento in cui si è trattato di prendere una decisione, Levy e Damien sono stati molto bravi a convincere la Dinamo. Quando l’ho visto per la prima volta sono rimasta sotto choc perché era solo un bambino. Aveva però un talento straordinario e più cresceva più diventava semplice per lui giocare in un campionato dove fisicamente non era facile per i ragazzini, da lì è diventato un giocatore internazionale e abbiamo seguito da vicino il suo percorso e la sua crescita, ma fin dal primo giorno , ero convinto di avere davanti un campione”.

MBAPPE’ – “Ero il direttore tecnico al Monaco e, un giorno, il responsabile dell’Accademia è venuto da me con una lista di 10 giocatori e un dvd. Acquistarli tutti non sarebbe costato nulla, tranne uno, chiamato Kylian Mbappé. E quando ho visto le cifre, mi è sembrato un po’ troppo… Ma il capo degli scout mi ha detto: “Devi vederlo”. Abbiamo guardato il giocatore insieme. E ho detto: “Tutto quello che dobbiamo spendere, lo spenderemo”. Così è saltato su un aereo, è andato a casa del ragazzo ed è tornato con lui e la sua famiglia. Io ho solo autorizzato l’affare. Lo scouting è stato fatto tutto dall’accademia e quando ho visto Mbappe per la prima volta, è stato facile decidere. Era di un altro livello. In Francia lo sapevano tutti comunque. Lo sapevano tutti. Siamo solo stati bravi a convincerlo”.

SKRINIAR – “Forse Skriniar è stato l’acquisto più soddisfacente alla Sampdoria perché, all’inizio, quando è arrivato, aveva un rapporto difficile con l’allenatore. Ma poi si è presto le sue soddisfazioni molto presto. Lo metterei al primo posto per com’era da ragazzino e per il fatto che so che ha dovuto lottare per guadagnarsi il posto, anzi secondo me deve essere un esempio per tutti. Il trasferimento è stato difficile. Andavo a Praga circa 20 volte al mese! Non ce la facevo più!”.

MERCATO ESTIVO – “Quest’estate abbiamo preso tanti giocatori. Abbiamo cercato di costruire una rosa che possa essere competitiva in Serie A ora, ma anche in futuro, con tanti giovani. Certo, cercare di essere competitivi è difficile, quasi impossibile, con una squalifica per quattro finestre di mercato. Ma penso che lo scouting sia la parte più bella del lavoro.

FAMIGLIA PLATEK –La famiglia Platek ha iniziato ad investire in un progetto a lungo termine dal momento in cui è arrivata allo Spezia. Stanno lavorando alla ricostruzione di un settore dello stadio, stanno investendo sui giovani, hanno sviluppato un’organizzazione e una struttura che è andata dalla serie B alla A in un mese perché lo Spezia è stato promosso nell’anno del Covid, il 20 agosto è finito il campionato di serie B e il 27 settembre ha iniziato a giocare in serie A. Ovviamente la ristrutturazione del club ha bisogno di un po’ di tempo, ma è iniziata non appena è arrivata la famiglia Platek e hanno una visione dinamica e chiara per il club, questo ci permette di costruire il futuro. Dove mi vedo tra tre anni? Spero di essere ancora allo Spezia, in Serie A. Se non mi licenziano vorrei restare qui per sempre”.

Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Ed in vista delle rimanenti gare: "Tenere alta l'attenzione per raggiungere l'obiettivo"....
E sulla spinta dei tifosi: "Sapevamo sarebbero stati un qualcosa in più per noi"....

Dal Network

La squadra di Mignani inerme viene sconfitta dai padroni di casa che escono dalla zona...
L'allenatore rosanero conferma il 3-5-2, ma potrebbe cambiare qualche interprete rispetto alla partita contro la...

Altre notizie

Calcio Spezia